Altri » 03/12/2007
Milano City Marathon: Andriani 5^, gara di coraggio
Milano si è svegliata respirando aria di maratona, non era negativo il clima uggioso e umido di una Milano che ha voglia di corsa. In Metropolitana e per il centro città la mattina è un flusso di runners verso la partenza su festiva al cospetto del Castello Sforzesco. L’onda degli oltre 5.000 partenti è di vera festa. La parte più suggestiva non si è mai vista altrove: top runners con Lel ed i keniani a fare il ritmo, Ottavio Andriani e gli altri insieme a loro corrono sul lato destro di Corso Venezia nell’altro lato del percorso un’onda colorata e festante che per oltre un chilometro salutano i campioni. Una foto per la storia della maratona che non è un quadro di impressionisti contemporanei, ma sport puro. Grazie Milano.
Cheruiyot, al debutto, negli ultimi due km ha staccato anche l’ultimo avversario con un finale di 2h09’15”, John Birgen è 5 secondi dopo all’arrivo. Sorprende in positivo il sudafricano Norman Dlomo che è stato l’unico che dal 30° km ha strappato e staccato creando la selezione. Si sono staccati i coraggiosi che seguivano il treno alla ricerca del grande giorno. Cheruiyot e Birgen non hanno ricucito subito i 10-20 metri che conquistava il sudafricano, che si voltava quasi per controllare dov’erano gli altri, ma lo hanno controllato e ripreso come dei giaguari pazienti. Dlomo non ci credeva, ma è stato bravo ed ha migliorato il personale best di 1’08” all’arrivo. Ha perso energie e nel finale non ha retto l’allungo vincente.
Tra le donne vince Pamela Chepchumba con l’ottimo 2h25’36”, seconda Marcella Mancini in 2h34”59”.
La partenza non è stata veloce come previsto, i keniani che volevano scortare da lepri i connazionali in cerca di vittoria segnano un 6’10” al 2° km, tempo da ottima chiusura ma senza forzature pericolose. Sino al 15° km la distanza tra il gruppo del vincitore Cheruiyot è di circa 10”, dieci uomini in testa altri dieci dietro con Andriani sempre in testa dietro alla lepre. Media a km 3’03”-3’04”. A metà gara la distanza si è ampliata, gruppo di testa che passa in 64’45” e gruppo di Andriani in 65’22”. Il clima è umido la giornata non è fresca e soleggiata come quella di venerdì scorso, il sole pulito della settimana ha dato nebbia in diradazione per i maratoneti.
In testa si pensava al finale verso l’Arco della Pace e nel gruppo dietro Ottavio Andriani dopo un rifornimento al 25°km ha dato vita all’azione che ha eliminato i ritmi poco incisivi rispetto a quanto accordato. Si correva sui 3’08”-3’09” e Ottavio chiedeva di accelerare si accorgeva del lento correre. La testa della corsa si allontanava dai 50m sino al 15°km sino a 100m, poi 200m, poi qualcosa in più. Risultato della seconda e più importante parte della gara, Ottavio correva da solo e cominciava vedere la schiena dei suoi avversari davanti a lui avvicinarsi. Ripreso Letherby, australiano pieno di entusiasmo che ha osato oltre le sue possibilità, il coraggio di El Hachimi marocchino che superato dal pugliese si è quasi fermato, lo stesso per ogni km per gli altri.
Dal 35° km in testa iniziano i giochi veri, 2’56” che sulle curve nella zona del Monumentale vedeva Dlomo protagonista. Ma il rientro del duo keniano non aveva scampo, gli strappi non erano decisi. Poi gli applausi del pubblico per Evance Cheruiyot che vince a braccia alzate, dopo l’arrivo abbraccia Birgen. Ottimi avversari. Andriani negli ultimi due km ha avuto un piccolo crollo ma vedeva appena davanti a lui Charles Kamathi. Subito dopo l’arrivo commenta in diretta Rai: “Non mi sento particolarmente stanco, gara strana clima non ottimale ma buono, sicuramente non soddisfatto per il crono, il 2h10’30” del minimo olimpico non c’è. Da domani con il mio allenatore Piero Incalza programmeremo la primavera ed i 42km che servono per Pechino. mi spiace per questo”
Andriani in conferenza stampa e dopo l’antidoping parla a raffica, nella sua tranquillità ma si notano il suo rammarico. Dopo aver avuto un distacco variabile tra i 30 ed i 60” continuamente variabili sino al 35°, era in recupero con la sua corsa semplice, ma efficace e sempre elegante. Ma non c’è stato l’aggancio, difficile contro atleti ben costruiti e pieni di talento come Cheruiyot e Birgen.
“La gara si pensa prima, si prepara con tanti chilometri. Se ci penso ora posso anche fare l’ipotesi che potevo stare con il gruppo dei primi già dai primi km, che sono stati regolari. Avevamo un distacco minimo e non li ho raggiunti per fare la progressione finale. Per correre come detto tranquillo con i miei ritmi e certo delle possibilità di progressione. Nel mio gruppo non ho trovato alcuna collaborazione, ho chiesto più volte a chi faceva il ritmo di spingere di più, questo ogni volta che vedevo parziali al km che non erano sui 3’03”-3’04”. Invece anche chi come il brasiliano bronzo olimpico di Atene Vandereli Lima poteva spingere insieme a me si defilava, volevano un ritmo più lento. Ho deciso solo intorno al 25° di andare da solo, ma 17km in solitudine cambiano tutto. Volevo andare avanti, ma c’era distanza. Il clima non mi ha aiutato mi spiace adesso penso alla prossima da subito. C’è la maturità utile per farlo insieme al mio allenatore”.
Classifica Finale Uomini
1. CHERUYIOT Evance (Ken) 2:09.15
2. BIRGEN John (Ken) 2:09.20
3. DLOMO Norman (Rsa) 2:10.39
4. KAMATHI Chalres (Ken) 2:11.25
5. ANDRIANI Ottavio (Ita) 2:11.42
6. TELEZ Josè (Bra) 2:12.24
7. VANDERLEI Lima (Bra) 2:12.54
8. ERREBAH Mostafa (Ita) 2:14.16
9. EL HACHIMI Abdelhadi (Mor)2:14.35
10. DE Souza Anselmo (Bra) 2:14.44
Classifica Finale Donne
1. CHEPCHUMBA Pamela(Ken) 2:25.36
2. MANCINI Marcella (Ita) 2:34.59
3. TEVELI Petra (Ung) 2:35.21
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