Calcio » 23/07/2011
Brindisi Calcio: la montagna che partorisce il topolino. Di Alessandro Caiulo
La montagna ed il topolino, l'aquila ed il passerotto, il culo di gallina e l'uovo di struzzo*
Dopo una lunghissima gestazione la montagna rischia di partorire un topolino, così potrebbe riassumersi, ironicamente, lo stato delle trattative che stanno portando alla formazione della nuova società che, previo accreditamento del Sindaco o di chi ne fa le veci e affiliazione alla F.I.G.C. dovrebbe ereditare il titolo di prima squadra cittadina ed ottenere il diritto di partecipare, dietro pagamento di una somma di denaro, ad uno dei campionati della Lega Nazionale Dilettanti.
La circostanza, questa volta, che tutto si stia facendo nel segreto e nel nascondimento stona decisamente con il ruolo pubblico ed ufficiale che l’Amministrazione Comunale riveste in questa vicenda dato che i tifosi, in primis, e i cittadini di Brindisi, più in generale, hanno pieno diritto di conoscere l’effettivo evolversi della situazione e la veridicità delle voci che si sono diffuse nella giornata di ieri secondo cui si punterebbe alla ripartenza dal misero campionato regionale di eccellenza e che per far ciò una città di 100.000 abitanti, capoluogo di una provincia di 400.000 abitanti, ha bisogno addirittura di rivolgersi ad una cordata di imprenditori a maggioranza forestiera.
Non sembra del tutto verosimile che a sbarrare la strada alla serie D possano essere i presidenti Abete (F.I.G.C.) e Tavecchio (L.N.D.) i quali, da un punto di vista “politico-calcistico” non avrebbero alcun interesse, anzi avrebbero solo da perdere, a cancellare completamente una intera provincia dal panorama calcistico nazionale per consegnarla ai tornei regionali, specie laddove in questa stessa realtà altri sport di massa quali il basket maschile, con Enel Brindisi e Assi Ostuni, ed il volley femminile, con il San Vito, sono appena un gradino sotto i vertici della scala nazionale.
Ed allora per i protagonisti della vicenda è giunto il momento di gettare la maschera e spiegare come effettivamente stanno le cose, sperando che la città sia in grado di tirar fuori quel minimo di orgoglio che possa spingere le forze imprenditoriali locali a fare tutto il possibile per salvare la faccia e compiere ogni possibile sforzo per costituire e supportare una società in grado di ottenere non la Luna, ma più semplicemente l’ammissione al campionato di serie D: base di partenza minima se si vuole che il calcio nella prossima stagione abbia un certo seguito in città e per non disperdere in mille rivoli il patrimonio calcistico rappresentato dal valido settore giovanile.
Certo non si può pretendere di compiere voli d’aquila e varcare i cieli quando si posseggono le alucce di un passerotto che ti consentono, al più, di saltellare di ramo in ramo col timore di finire nelle rapaci grinfie di un predatore o, per dirla più crudamente, non si può chiedere ad un sedere di gallina di far venire fuori un uovo di struzzo ed è per questo che non ci si è stupiti più di tanto per l’impossibiltà di far fronte alla debitoria milionaria creata pochi mesi di gestione da Antonio Pupino e Vittorio Galigani che ha portato alla radiazione dalla Lega Pro, ma che la città e la provincia di Brindisi non siano in grado di supportare una società di calcio dilettantistica che possa ambire alla disputa di un campionato di serie D, cioè la quinta serie nazionale, sembra veramente il colmo.
L’augurio, ovviamente, è che questo sfogo sia stato del tutto fuori luogo e che già questa mattina qualcuno mi scuota e mi dica che i miei timori erano del tutto infondati, che tutto è a posto, che si è costituita una forte e solida società, la quale ha già preparato tutto l’incartamento, gli assegni e la fidejussione per ottenere l’iscrizione al campionato di serie D e che in questa società vi è un valido gruppo di imprenditori brindisini che è la migliore garanzia di durata di un progetto sportivo a medio o lungo termine.
Resta, in ogni caso, l’amarezza di dover constatare che si è persa ancora una volta l’occasione, almeno così sembra, di creare un qualcosa di nuovo e di diverso rispetto ai soliti tentativi affannosi e raffazzonati dell’ultima ora, e di porre, una buona volta, le basi per la nascita di una vera e propria polisportiva (sotto forma di consorzio di imprese locali) che possa essere da ausilio e traino per lo sviluppo dell’intero movimento sportivo locale non solo per il calcio e le grida in tal senso lanciate da chi è solito vedere al di là del proprio naso si sono ancora una volta perse nel deserto dell’indifferenza generale.
Non resta, a questo punto, che prepararsi ad accogliere questo Brindisi piccolo piccolo nella speranza che crescendo possa via via recuperare l’apparente gracilità iniziale e nel contempo, però, è cosa buona anche cominciare a guardarsi intorno per scoprire quanto di buono in un futuro prossimo potrebbe emergere dalla variegata realtà dilettantistica locale già esistente.
* Di Alessandro Caiulo
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