Calcio » 20/11/2007
I Barretta: "Non siamo gli unici responsabili; ora il Sindaco trovi i nostri sostituti"
(Con il presente comunicato, i fratelli Barretta interrompono il silenzio stampa, ma lo riprendono subito dopo l’emissione della stessa nota)
In riferimento al particolare e delicato momento che attraversa la società ed alla civile contestazione avvenuta domenica pomeriggio da parte di alcuni tifosi, intendiamo puntualizzare alcune cose inerenti una serie di accuse che ci sono state rivolte e che sono state sollevate nel corso dello stesso incontro.
Pertanto, non possiamo più esimerci dal dare le dovute spiegazioni.
Intanto, intendiamo sottolineare che i propositi annunciati all’inizio della stagione in corso - e più volte ribaditi - parlavano di una squadra allestita per raggiungere una postazione di medio-alta classifica, con l’obiettivo di arrivare nella griglia play off, anche se riteniamo che quella attuale sia deficitaria rispetto a quanto da noi stesso pronosticato ed auspicato.
Ciò non toglie che la classifica della nostra squadra non si discosta poi tanto dalla zona play off, tanto più perché il campionato è ancora molto lungo e che con l’innesto di alcuni elementi, con i quali erano in corso delle trattative, l’avvicinamento alla parte alta della classifica sarebbe stato ancora possibile ed a portata di mano.
Anche quest’anno abbiamo commesso, purtroppo, degli errori dei quali ci assumiamo le responsabilità, così come abbiamo sempre fatto anche in passato e che paghiamo sulla nostra pelle, sia in termini economici che di immagine.
Responsabilità che, però, ora riteniamo sia arrivato il momento di dividere tra tutti coloro i quali, a vario titolo, hanno fatto e fanno parte della società e che di fatto hanno partecipato alle scelte della dirigenza.
Il primo errore è stato sicuramente quello di riportare a Brindisi mister Franco Giugno, conoscendone bene i lati caratteriali. Non ci nasconderemo dietro l’alibi che il suo ingaggio ci era stato caldeggiato, poiché la decisione finale è stata comunque la nostra. Come già si era verificato nel corso della sua esperienza precedente a Brindisi, il tecnico calabrese ha ricominciato a ‘tirarsi’ fuori da scelte da lui stesso avallate in estate, salvo poi scaricare le responsabilità su giocatori, collaboratori e dirigenti, esternando le sue ‘lamentele’ a tifosi e giornalisti, pur di salvare la propria posizione.
Questo suo atteggiamento continua anche adesso, dopo il suo esonero, pur essendo ancora un nostro tesserato e, soprattutto, pur continuando ad essere un nostro dipendente con tanto di regolare retribuzione.
Ad onor del vero, tante scelte fatte dalla società in sede di calcio-mercato sono state da lui bocciate, pur trattandosi di giocatori che attualmente fanno la fortuna di squadre che ci precedono in classifica nel nostro stesso girone.
Per questo motivo, crediamo che sia arrivato il momento per mister Giugno di smettere di parlare ed, al contrario, di iniziare a fare anche lui un ‘mea culpa’, anche perché – almeno fino a quando ci saranno i Barretta a guidare questa società – lo stesso Giugno non siederà mai più sulla panchina del Football Brindisi 1912.
Questo anche per porre fine alle assurde voci che qualcuno artatamente sta mettendo in giro e che parlano di un possibile rientro di Giugno alla guida del Brindisi.
Nella valutazione delle nostre ‘colpe’, riteniamo che non siano esenti da responsabilità gli operatori di mercato nella persona di Pietroforte che, probabilmente, nel tentativo di accontentare le richieste di Giugno, ha lasciato cadere alcune trattative imbastite direttamente dalla proprietà, con il risultato – in alcuni casi – di non riuscire a chiudere né una né l’altra.
In riferimento al discorso-budget, invece, teniamo a precisare che la somma messa quest’anno a disposizione per l’allestimento della squadra è sicuramente inferiore a quella del Barletta che riteniamo essere a giusta ragione la vera corazzata del campionato, ma è nel contempo nettamente superiore rispetto a quello di altre formazioni che ci precedono in classifica.
E’ bene specificare che questo budget, da tre anni a questa parte, è per l’80% costituito da risorse personali dei sottoscritti, mentre per il restante 20% è stato supportato dal dr. Nando Marino e da altri pochi amici imprenditori ed ex soci come Gino Bagnato e Rosario Mozzarella e di altri sponsors che cogliamo l’occasione per ringraziare.
Per il resto, il vuoto, in una città di quasi 100mila abitanti e decine e decine di imprese, medie e piccole e di grandi gruppi industriali a livello mondiale.
Troppo poco, quindi, se si vuole fronteggiare una società come il Barletta, composta da dieci soci che si dividono gli oneri ed una miriade di sponsors che sostengono gli stessi.
Proprio per questo, la scorsa estate, con la collaborazione del Presidente della Camera di Commercio Giovanni Brigante, avevamo organizzato un incontro presso la stessa sede dell’ente camerale, al quale avrebbero dovuto partecipare eventuali aziende interessate o ad entrare in società, acquisendo delle quote, oppure a contribuire in qualità di sponsor.
Tale incontro, però, è andato letteralmente deserto, non essendosi presentata nessuna delle imprese invitate. Da qui la decisione di organizzare un secondo incontro che, però, ha avuto il medesimo esito negativo. Questa è Brindisi!
All’epoca, il nostro intento era quello di catalizzare altri imprenditori che sposassero il nostro progetto, al fine di rendere la società ancora più solida per poter allestire una squadra sempre più competitiva (a tal proposito, ci preme sottolineare – in contrasto con la voce che da anni gira in città – che non siamo stati noi a voler rimanere da soli, ma abbiamo accettato la decisione degli altri soci di voler uscire dalla società).
Anche questo progetto, però, è naufragato, lasciandoci per l’ennesima volta da soli ad affrontare questa sia pure entusiasmante avventura. E che dire, poi, delle Istituzioni?
Quattro anni fa, fummo chiamati dal sindaco Mennitti, assieme ad altri imprenditori locali e non, a prendere in mano le ceneri della vecchia ‘Brindisi Calcio’.
Il nostro primo tentativo fu quello di cercare di salvare il titolo di C2, però, purtroppo, i termini erano ormai scaduti. Nonostante tutto, non ci tirammo indietro, pur dovendo ripartire dall’Eccellenza, forti anche dalle promesse fatte dallo stesso primo cittadino e ribadite dal presidente della Provincia Michele Errico che avrebbero supportato la società, garantendole un sostegno economico sicuramente non derivante da denaro pubblico - da noi peraltro mai preteso - ma che avrebbero coinvolto, così come hanno fatto con noi, i grossi gruppi industriali presenti sul territorio che all’epoca ed anche attualmente sostengono con il ruolo di sponsors altre società sportive cittadine.
In questi anni abbiamo sempre sostenuto che per dare lustro al calcio brindisino e, quindi, fare una squadra competitiva, fosse necessario l’aiuto di tutti, imprenditori, grossi gruppi industriali presenti sul territorio ed amministrazioni.
Da ultimo, siamo ancora in attesa di vedere realizzate le promesse fatteci dal sindaco Mennitti alla presenza del dr. Marino e di Antonio Benarrivo nel mese di giugno, con le quali ancora una volta si impegnava a dare sostegno alla squadra di calcio cittadina per la stagione in corso.
A poco valgono le scuse attraverso le quali si dice che gli sponsors non si avvicinano perché la squadra non è competitiva, bensì è il contrario: per fare una squadra competitiva è necessario programmare la stagione dall’inizio, sapendo qual è il budget che si ha a disposizione.
Noi il nostro l’abbiamo sempre fatto, andando a volte anche oltre le nostre reali possibilità e cercando, per amore della nostra città, di fare qualcosa di utile per lo sport brindisino e, di conseguenza, anche con risvolti nel sociale, avendo catalizzato centinaia di ragazzi nel nostro settore giovanile.
Dai discorsi della gente e della tifoseria sembra che i sottoscritti dovessero ogni anno mettere a disposizione del calcio brindisino un budget illimitato. Noi questo non lo abbiamo detto. Abbiamo soltanto cercato di gestire al meglio, per quanto possibile, le nostre risorse, senza fare mai il passo più lungo della gamba, per non rischiare di portare inevitabilmente ed inesorabilmente la società al fallimento, come è sempre accaduto per tutte le società calcistiche che ci hanno preceduto e per le quali noi, la tifoseria e la città intera ne stanno ancora pagando le conseguenze!
Finanche le promesse fatteci più volte in riferimento al totale rifacimento del manto erboso del ‘Fanuzzi’, alla sistemazione del terreno di gioco in erba sintetica del pre-campo e del blocco spogliatoi, questi ultimi ridotti in condizioni pietose ed alla individuazione di campi in cui poter fare allenare il nostro settore giovanile (a tale proposito, va detto che siamo sempre stati costretti ad utilizzare, affittando a nostre spese, campi in altri centri sportivi), non sono mai state mantenute.
A ciò si aggiunga il fatto che abbiamo - sempre a nostre spese - rifatto il manto erboso del campo sportivo del rione Sant’Elia, così come abbiamo provveduto a dotare la stessa struttura di un impianto di illuminazione, salvo poi vederci ritirata la convenzione per l’uso del campo in questione ed essere, quindi, costretti, per l’ennesima volta, ad allenarci su altri terreni, sempre affittandoli di volta in volta.
Ci chiediamo perché mentre al PalaElio si svolgevano i lavori di rifacimento della copertura e per ben due volte il rifacimento del parquet di gioco, al ‘Fanuzzi’ non era possibile effettuare i lavori che ci erano stati garantiti. Tutto ciò, forse, è in linea con l’indifferenza della Amministrazione comunale con la nostra società?
Alla luce di tutto quanto sinora detto, non riteniamo di essere gli unici responsabili di queste annate poco felici.
Abbiamo forse il merito di aver mantenuto in vita il calcio a Brindisi solo per passione ed attaccamento alla città. E per questo - pur riconoscendo determinati errori di gestione e di valutazione - non crediamo di meritare le ‘richieste’ di abbandonare la società, quasi come fossimo i soli ed unici colpevoli di questa situazione.
Pertanto, invitiamo il sindaco Mennitti – che è colui che ci ha coinvolti - a trovare sin d’ora dei sostituti che possano garantire miglior sorte al calcio cittadino, senza perdere ulteriore tempo ed in modo tale da non trovarsi in ritardo per l’iscrizione, per la campagna acquisti e, quindi, per l’allestimento della squadra per la prossima stagione.
Quanto sopra perché non vogliamo che ad essere danneggiati siano ancora una volta i tifosi veri che non finiremo mai di ringraziare e che avrebbero potuto con la loro passione contagiare un’intera città. Ma forse questo non sarebbe stato da taluni gradito.
Ci sembra del tutto strumentale, poi, una serie di attacchi e di insulti del tutto gratuiti che ci giungono attraverso la bacheca del calcio sul sito internet ‘Brundisium.net’, peraltro in maniera anonima e per le quali ci rivolgeremo alle competenti sedi.
Se dietro a ciò ci sono delle manovre occulte per destabilizzare e per rovinare il rapporto tra dirigenza, città e tifoseria o addirittura tese a farci abbandonare la società, invitiamo gli artefici di ciò ad uscire allo scoperto per trattare la cessione della società in maniera chiara e trasparente, così come è stata fino ad ora la nostra gestione.
Noi ci facciamo da parte sin da subito. D’altronde, riteniamo di non aver mai avuto alcun obbligo nei confronti della città né dei tifosi brindisini.
Quanto fatto sino ad oggi corrisponde alla sola passione per uno sport che abbiamo sempre amato e che speravamo di poter far rinascere ad alti livelli anche nella città in cui siamo nati ed in cui viviamo noi ed i nostri figli. Non vogliamo, per questo, né statue né ringraziamenti di alcun tipo.
Lo abbiamo fatto per noi stessi, per sentirci gratificati e fieri di aver compiuto qualcosa di buono per Brindisi.
Se i nostri propositi reali sono stati davvero percepiti, questo non lo sappiamo, anche se le richieste pervenuteci domenica dai tifosi ci forniscono, purtroppo, l’amara risposta. Ma tant’è.
Se fare qualcosa di utile per lo sport cittadino equivale a dire che siamo ‘bevuti di cervello’ come un nostro amministratore disse a suo tempo, allora sì, siamo FIERI di esserlo!!
Francesco e Giuseppe Barretta
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