Calcio » 14/01/2007
CND: Brindisi-Lavello=1-1
Brindisi 1912: Nettis, Lorusso (85' Maritato), Barca, Catalano, Di Pietro, Corazzini, Ladogana, Andrisani (30' Rosciglione), Falconieri, Mitri (46' Prisciandaro), Verolino. A disp.: Marzo, Della Bona, Potenza, Frascaro. All.: Giusto
Lavello: De Blasio, Levato, Carretta (50' Graziano), Cantone, Memoli, Pessia, Caccavale, Carlà, Scippo (60' Ruggiero), Esposito (75' Di Senso), Corigliano. A disp.: De Riggi, Damiano, Sammartino, Zanfardino, Masi. All. Urbali
Arbitro: Guidi (Pesaro)
Assistenti: F. Serpilli e E. Serpilli (Ancona)
Reti: 45+4' Mitri su rigore, 90+4' Di Senso
Ammoniti: Falconieri, Levato, Barca, Lorusso
Espulso: Levato (doppia ammonizione)
Recupero: 4', 5'
Una beffa. Una vera e propria beffa. Il Lavello gioca per oltre un ora in 10 uomini, viene messo sotto nel gioco ma riesce a raggiungere il Brindisi a tempo scaduto e portare a casa un pareggio insperato.
Nei cuori dei tifosi del Brindisi, che già pregustavano di essere ad un sol punto dalla capolista S.Antonio Abate, c’è spazio solo per la delusione.
Fino al 93’ la gara contro i lucani era sembrata quasi un impegno di ordinaria amministrazione. Tutto pareva girare per il verso giusto: dopo tante sofferenze non sembrava vero poter agguantare il massimo risultato senza sforzi apparentemente eccessivi. Ed infatti non era vero. Quasi ci fosse una mano superiore che vieta sogni tranquilli ai tifosi del Brindisi.
Alla squadra di Pino Giusto va, comunque, riconosciuto un grande merito: quello di aver messo sotto una formazione che proveniva da 6 risultati utili consecutivi e che aveva conosciuto la sua ultima sconfitta il lontano 19 Novembre.
Ma il Lavello è una squadra che non molla e lo ha dimostrato per tutto il secondo tempo cercando di uscire dal proprio gusacio e di mettere in pericolo la difesa biancazzurra. Il merito della squadra ospite è soprattutto quello di averci creduto fino in fondo; un impegno premiato dalla dea fortuna.
In ogni caso, a nostro avviso, costituirebbe un errore addebitare due punti persi esclusivamente alla sfortuna malvagia. Esistono anche delle motivazioni tecniche alla base del comportamento tattico che ha portato la squadra biancazzurra a lasciare via via sempre spazi più ampi e favorire il ritorno, anche morale, degli avversari. A noi pare assodato che il centrocampo del Brindisi – così come era stato dimostrato nell’era Cassia – non è in grado di poter reggere a lungo il peso di tre punte di ruolo. Con Mitri che indietreggia per cercare il pallone e tenere corto il modulo va bene. Ma quando il n.10 non è in campo la squadra è troppo lunga, “corre” eccessivamente e rischia di cedere porzioni di campo e regalari palloni alla formazione avversaria.
Certo, se il Brindisi avesse realizzato il raddoppio staremo a parlare di altro, ma il calcio è fatto così...
La gara. Dopo la bella impresa di Torre del Greco, Pino Giusto ripropone lo stesso modulo e gli stessi uomini: un 4-3-1-2 con Mitri libero di svariare su tutto il fronte alle spalle della coppia Falconieri-Verolino. In difesa ci sono Lorusso, Catalano, Corazzini e Barca. A centrocampo operano Andrisani, Di Pietro e Ladogana.
Dopo qualche minuto di studio la bialncia comincia a pendere dalla parte dei padroni di casa. Dal 10’ in poi in campo c’è solo il Brindisi. I lucani tentano di contrastare la maggiore verve dei biancazzurri con tutti i mezzi a loro disposizione. Sia leciti che illeciti. Il n.2 Levato eccede nell’utilizzo di quelli non consentiti dal regolamento e dopo appena 20’ minuti di gioco viene espulso per doppia ammonizione.
L’espulsione, se possibile, conferisce ulteriore spinta al Brindisi che sciorina una manovra ariosa e veloce. Su tutti si distingue Vincenzo Ladogana che ha il merito di mantenere la squadra “molto larga” e di diventare pericoloso ogni volta che tocca il pallone. Il primo tempo è un vero e proprio festival delle occasioni da rete. Ci provano Verolino (che colpisce anche un palo), Falconieri, Corazzini e Mitri, ma pare proprio che la sfera non voglia varcare la fatidica linea bianca.
L’attesa dura per tutta la prima frazione. Corre il quarto minuto di recupero quando proprio Ladogana, dopo una bella azione personale, viene atterrato fallosamente in area di rigore. Il sacrosanto penalty viene trasformato da Orazio Mitri nel vantaggio biancazzurro.
Finisce qui il primo tempo e la partita di Mitri: il folletto molisano resta negli spogliatoi lasciando il posto a Prisciandaro.
Nel secondo tempo il Lavello cerca di raddrizzare le sorti dell’incontro, cercando di sfruttare gli spazi concessi da un Brindisi ad aumentata trazione anteriore. L’ex di turno, il brindisino Carlà, pare scatenato ma Nettis non corre eccessivi rischi, anche perché protetto da una difesa solida e puntuale. Il portierino biancazzurro opera l’unica parata degna di nota agli sgoccioli dell’incontro dimostrando tutta la sua bravura.
Sicuramente più pericolosa è la formazione di casa che va vicina alla rete in più occasioni. Falconieri sfiora la marcatura almeno altre due volte. Così come Prisciandaro e Verolino.
Poi, al 94’, la beffa di Di Senso, entrato in campo poco prima, che riporta il Brindisi al terzo posto in classifica.
|