Volley » 24/08/2005
Una brutta inversione di tendenza per il movimento
Con i raduni finalizzati alla preparazione atletica è cominciata, di fatto, la nuova stagione del volley femminile.
La provincia di Brindisi, con tre squadre ai nastri di partenza della serie B1, sembrerebbe un’isola felice. Ma probabilmente non è cosi, o meglio, non è più cosi.
Le due brindisine, inutile negarlo, si presentano al via con compagini più deboli rispetto a quelle della scorsa stagione. Dopo il naufragio dell' unione di intenti paventata ad inizio estate (figlia della poche risorse che il volley del capoluogo riesce ad intercettare), Amatori e Assi hanno perso atlete tra le più rappresentative ed allo stato dell’arte, risultano poco competitive se non riescono ad inserire tasselli di qualità e quantità.
Completamente opposto il discorso per il San Vito: gli acquisti di Ristits, De Dominicis, Milici e poi quelli ultimi di Vinciarelli e Labate fanno della società normanna una delle regine del mercato e, quindi, logica pretendente ad un posto nei play off per la serie A.
Poco si sa delle squadre di B2. Le società tacciono.
E qui si innesta un discorso dolente… un grido che sentiamo di elevare da una piccola realtà come la nostra. Brundisium.net, da tempo, ha deciso di seguire il volley destinandole, tra l’altro, uno spazio di discussione tra i più frequentati del mezzogiorno d'Italia.
Lo abbiamo fatto convinti dalla passione, per il territorio e per lo sport, e dalla volontà di comunicare all’esterno che in provincia di Brindisi esiste un movimento di persone e mezzi, sottovaluto rispetto ad altri sport.
Lo abbiamo fatto anche perché le società di volley (in particolare le due brindisine e San Vito) avevano destinato alla comunicazione esterna (cosi come a quella interna) risorse umane qualificanti per l’intero movimento.
Per una struttura come la nostra, la più grande in termini di visibilità ma che impossibilitata a seguire tutti gli eventi per oggettiva carenza di risorse economiche (e quindi umane), essere “invasi” di comunicati ed informazioni rappresenta una manna dal cielo. Era un segno, chiaro ed inequivocabile, che il volley si era dato quell'organizzazione precognitrice di un’importante crescita dell’intero movimento.
Poi di colpo lo stop. Le società hanno deciso di star mute.
E se può essere comprensibile per aziende in “ristrutturazione forzata” come quelle di Assi ed Amatori risulta davvero inconcepibile per quel San Vito che dispone di potenzialità importanti.
La “polisportiva” non può permettersi di scialacquare in pochi mesi quanto ha saputo conquistarsi in anni di estrema attenzione alla risorsa comunicazione. San Vito ha rappresentato l’esempio lampante di come, grazie ad una comunicazione attenta e puntuale, l’attività sociale possa rijscire a travalicare gli angusti confini di una cittadina di provincia e divenire la punta di diamante della crescita del movimento pallavolistico.
Ciò che sta accadendo in queste settimine è un brutto segno per il volley nostrano; è un lapalissiano esempio di come sembrerebbe avviata una brusca inversione di tendenza.
Se anche le società come l’odierna San Vito smettono di cercare spazi nuovi e maggiori e non sono capaci di esaltare gli sforzi societari e gli investimenti degli sponsor chi vorrà più investire in questo magnifico sport?
O.P. |