Calcio » 17/11/2011
Rino Lecci: quando la passione per il calcio non ha età. Di Massimo Bruno Errico
Sono venuto a conoscenza, quasi per caso, della presenza nella mia città adottiva (Roma), del caro amico Rino Lecci, Presidente dell’Associazione “Pro Brindisi”.
La sua presenza nella Capitale non era, come mi aspettavo e come ipotizzavo, dovuta a motivi turistici; nonostante la sua rispettabile età e i tanti sacrifici che ne conseguono, il suo viaggio era legato a impegni di tipo, potrei definirli, professionale, derivanti unicamente dalla sua grandissima e inesauribile passione: il calcio.
Si sono tenuti, infatti, nelle giornate di venerdì 11 e sabato 12 novembre 2011, il Consiglio Direttivo e l’Assemblea Nazionale della FISSC – Federazione Italiana Sostenitori Squadre di Calcio - sigla che ai più potrebbe risultare sconosciuta ma che, esplicitandola, chiarisce il motivo principale della passione di un grande uomo, non solo in senso anagrafico.
Con mio stupore e ammirazione ho appreso, infatti, che il buon Rino, nella suddetta organizzazione, non svolge un ruolo di mero osservatore ma ne è un componente attivamente impegnato in qualità di consigliere nazionale nonché di sindaco revisore dei conti.
Complimenti davvero Rino! Spero che tu riesca a leggere questa mia lettera aperta e spero, soprattutto, che i vari mezzi d’informazione ai quali la invierò, possano garantirgli un minimo spazio. Lo merita, soprattutto, la passione incondizionata che da sempre esprimi per la nostra unica fede sportiva: il Brindisi.
Fa piacere sapere che, nonostante la drammatica, in senso sportivo, situazione che il calcio a Brindisi sta continuando a vivere ormai da tanti, troppi anni, c’è gente come Rino Lecci che non si demoralizza dinanzi agli ennesimi e, forse, inaspettati ostacoli e, anzi, persevera, con le sue lodevoli iniziative e “lotte personali”, nel tentativo di tutelare il buon nome della mia città anche in consessi nazionali come quelli della FISSC.
Dispiace, quindi, pensare che il buon nome di Brindisi non venga, con medesima passione e caparbietà, tutelato e promosso nella realtà calcistica mediante una sinergica azione. Sembra che l’unità d’intenti a Brindisi sia una chimera, un sogno proibito, un traguardo irraggiungibile: perché?
Qual è il senso di continue gelosie, di permanenti e sterili polemiche, di un “tutti contro tutti” che, forse, se non l’abbiamo capito, ci condurranno all’ennesima delusione, azzerando definitivamente la nostra credibilità e le possibilità di future sponsorizzazioni e interessamenti alle sorti del gioco più bello del mondo?
Chi può spiegarlo a quelli come me che, non certo con piacere, vivono lontano dalla propria città, sperando di ritornare definitivamente e di assaporare il gusto di rivedere quella maglia con la “V” affacciarsi sul terreno di gioco dello stadio comunale di Via Benedetto Brin?
Perché è così difficile a Brindisi? Perché non potrò mai, forse, vedere la serie cadetta a Brindisi come fece il mio carissimo padre e tutti quelli della sua età?
Io, a 36 anni, sono stanco di subire l’onta di fallimenti e radiazioni; sono stanco di vedere il Brindisi sempre come il fanalino di coda di tutta la Puglia ma, quando penso a gente come Rino, che di anni ne ha ben 70, non posso, quantomeno, tentare, nel mio piccolo, di fare qualcosa, seppur a distanza e solo virtualmente. Non voglio ancora demordere e per questo voglio lasciare un messaggio accorato a tutti coloro che lì a Brindisi potrebbero e dovrebbero agire nel bene della città e, quindi, nel bene del calcio.
Presidente Quarta, soci tutti, tifosi, Amministrazione comunale presente e futura, Amministrazione provinciale, organi d’informazione, imprenditori: uniamoci e non dividiamoci proprio adesso che il mare sembrava meno tempestoso!
Con Brindisi nel cuore un saluto a tutti,
Massimo Bruno Errico
(da Roma)
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