Basket » 23/04/2011

Serie A: Pesaro-Enel Brindisi=84-64

Parziali: 23-19, 45-35, 60-47
Pesaro: Traini 5, Diaz 17, Testa n.e., Melli 7, Collins 10, Cusin 5, Bartolucci, Flamini, Hackett 14, Lydeka 13, Aleksandrov 4, Almond 9. Coach: Dalmonte.
Enel Brindisi Lang 13, Roberson 2, Vorzillo n.e., Maresca 6, Infante 1, Gallea 3, Dixon 19, Diawara 15, Giovacchini 2, Toure 3. Coach: Bechi.
Arbitri: Paternicò, Lo Guzzo, Caiazza
Note: Tiri: Pesaro 22/34 (65%) da due, 10/27 (37%) da tre, 10/11 (91%) liberi; Brindisi 13/28 (46%) da due, 10/24 (42%) da tre, 8/13 (62%) liberi; Rimbalzi: Pesaro 33, Brindisi 25. Palle Rec/Per: Pesaro 17/13, Brindisi 14/17.

All'Adriatic Arena di Pesaro, Brindisi subisce l'ennesima sconfitta esterna e torna da sola all'ultimo posto della classifica. Si è trattata della solita brutta prestazione, corredata stavolta dalla pessima prestazione di Roberson (ben marcato dagli uomini di Dalmonte) e di Dixon (troppo egoista nel cercare soluzioni solitarie invece di far entrare nel vivo del gioco offensivo i suoi compagni).
Adesso la situazione diventa davvero difficile anche se nulla è ancora definitivamente perduto.

Brindisi parte con il suo quintetto base (Dixon, Roberson, Diawara, Toure e Lang), Pesaro schiera Collins, Diaz, Almond, Melli, Cusin.
L'Enel ha un avvio strepitoso: un bel 7-0 originato dai canestri di Diawara, Roberson e Lang. Subito dopo, con Pesaro choccata dall'avvio ospite, i pugliesi passano a condurre per 12-3. La difesa aggressiva, però, produce un aspetto altamente negativo, ossia i due falli di Tourè e Dixon in meno di 5 minuti di gioco. Dopo il time-out chiesto da Dalmonte, Pesaro serra la difesa e comincia a ridurre il divario. Nemmeno la seconda tripla della serata di Kouba Diawara ferma i marchigiani che praticamente annullano il gap iniziale (14-15).
Vanno in campo Giovacchini e Infante (per Dixon e Tourè) e Brindisi ne risente. Anche Dalmonte opera diversi cambi ma la sua squadra continua a recuperare. Brindisi si dispone a zona, limita il potenziale offensivo di Pesaro ma non riesce ad evitare il primo svantaggio della partita (20-18) nè tantomeno di chiudere il primo quartino con lo svantaggio di 23-19.
Al rientro sul parquet, Bechi decide di schierare contemporaneamente Dixon e Giovacchini con il chiaro intento di migliorare l'intensità della difesa. Ed infatti Pesaro si inceppa. Peccato che l'assenza di Roberson pesi sui movimenti offensivi e che Brindisi non riesca a ridurre il divario. Quando rientra Roberson la Scavolini torna a violare la retina e dopo 5' vola sul 32-23, con gli unici punti brindisini che portano la firma di una bomba di Dixon.
Maresca e Dixon, con una tripla a testa, ridanno respiro ai ragazzi di Bechi ma la Scavolini gioca bene mentre Brindisi non riesce ad applicare alla meglio i giochi difensivi ed in attacco si affida troppo alle conclusioni di Dixon. A 2' dal riposo lungo Pesaro vola a +14 (43-29) grazie alla classe di Diaz, bravissimo in difesa su Roberson ed un vero e proprio crack in attacco. L'ultimo minuto è appannaggio di Brindisi che con due canestri di Lang ed uno di Dixon riesce ad andare al riposo con "soli" 10 punti di distacco (45-35).
Nel riposo Bechi catechizza i suoi e Brindisi, dopo il riposo lungo, mostra maggiore ordine. Lang e Tourè riducono lo svantaggio a 6 punti (45-39) ma è un fuoco di paglia perchè Nicolò Melli decide di sfoggiare tutta la sua classe offensiva e Pesaro ritorna a scavare un gap a due cifre (55-41). Brindisi va a corrente alternata. Una buona difesa per circa 3 minuti bagna le polveri offensive di Collins e compagni ma non bastano per ridurre sensibilmente lo svantaggio (55-46) e quando Pesaro ricomincia a fendere la retina per Brindisi sono dolori. Al termine del terzo periodo è 60-47.
Nell'ultimo quarto Pesaro raggiunge il massimo vantaggio di +15 e Brindisi non riesce a recuperare. A 6' dal termine Bechi chiama time-out per chiedere ai suoi un ultimo sforzo per cercare di rientrare nel match ma il tentativo non riscuote successo. Il match si dipana con la stessa trama fino al termine. Alla sirena finale è 84-64.
Adesso, per salvare la serie A, occorre vincere le prossime partite e sperare in qualche risultato negativo delle dirette concorrenti.

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