Calcio » 27/07/2010
Brindisi 1912: finalmente arriva la cessione alla cordata Galigani
Ancora qualche ora ed il Brindisi sarà ufficialmente nelle mani della cordata capeggiata da Galigani e che - secondo indiscrezioni - potrebbe contare sulla solidità economica di due o tre imprenditori meriodionali.
Finirà così una telenovela che ha tenuto con il fiato sospeso migliaia di tifosi biancazzurri e che ha scatenato quella marea di polemiche che solo la città di Brindisi è in grado di produrre.
Ripicche, falsità, offese, minacce, troppe parole da chi deve stare in silenzio, troppo silenzio da chi è chiamato a spiegare, verità non dette, bugie spacciate per oro colato. Negli ultimi dieci giorni non ci siamo fatti mancare nulla. Proprio Nulla. Anzi si. E' mancato il finale a sorpresa.
Al contrario di quello che accade nelle favole, dove il colpo di scena finale prelude il lieto fine, qui non si è verificato nulla di diverso da ciò che i più attenti osservatori avevano compreso da tempo: il Brindisi e Galigani erano promessi sposi.
Era già scritto che la maglia con la V finisse nelle mani dell’unico soggetto che abbia mai fatto un'offerta per rilevare il Brindisi.
Scusateci se parliamo di un’unica “offerta” ma – con tutto il rispetto per la serietà di persone come Giurgola, Faggiano ed altri – chiedere di rilevare un’attività senza remunerare il precedente proprietario non è qualcosa che si può equiparare ad un offerta. Ci piacerebbe sapere quale negoziante sarebbe disposto a cedere gratuitamente il proprio esercizio commerciale solo perchè l'acquirente propone di ingrandirlo?
Non è logico, quindi, parlare di offerta "natuale". Soprattutto se era già noto che vi era un’altra trattativa bella e chiusa, se (come avrebbe candidamente ammesso qualcuno dei "cordati"), fino a qualche minuto prima dell’incontro con i Barretta, in pochi erano a conoscenza della ragione della sua convocazione e se (come avrebbero detto altri imprenditori) l'importo totale che sarebbe stato possibile raccogliere dai soci della cordata sarebbe stato insufficiente per affrontare il campionato alle porte della serie B.
Probabilmente la mossa della cordata locale, “venuta allo scoperto” con un comunicato stampa dell’Amministrazione Comunale, voleva spostare qualche ago sulla bilancia. E, effettivamente, a questo è servita. E ad altro servirà ancora.
Queste, comunque, sono sottigliezze che stuzzicano l'interesse intellettivo di poche decine di persone, quelle che si appassionano ai giochetti tra potenti o che trascorrono il proprio tempo a come impaginare il pensiero in modo che le opinioni appaiano fatti reali.
Al semplice cronista o all'appassionato di calcio importano, invece, davvero poco.
Il risultato sportivo è che, in tutta questa caciara creata ad arte, la maggiore squadra della provincia ha perso la ghiotta occasione per essere promossa d’Ufficio e, come se non bastasse, comincerà la stagione con forte ritardo rispetto alle società che hanno già avviato la preparazione precampionato.
Peccato. I Barretta hanno perso l’occasione di venir fuori come eroi dal mondo del calcio brindisino e Brindisi, difficilmente, perdonerà loro la mancata iscrizione al terzo campionato d’Italia.
Ma a Brindisi è difficile passare dal sogno alla realtà… adesso vedremo cosa sarà la nuova società.
Certo, tutti noi avremo i piedi per terra e non crederemo tanto facilmente a chi dice che si costruirà una squadra che ambisce al vertice e che la seconda divisione sarà solo di passaggio. Il tifoso brindisino non digerirà tanto facilmente la mancata C1. Figurarsi se oggi sarà disposto a bersi che la nuova cordata spenderà in Seconda Divisione quello sarebbe stato sufficiente investire per ben figurare nella categoria maggiore.
Ore.Pi. |