20/09/2012
Accorpamento province: un minimo di dignità. Di Fabio Protopapa
L’attuazione della legge n. 135 del 7 Agosto 2012 sancirà una riformulazione amministrativa di quella che è stata fino ad oggi la Provincia di Brindisi. Questo tra qualche mese.
Oggi, sempre la legge n. 135, sancisce l’incapacità della classe politica provinciale di Brindisi a rendersi meno antipatica di quanto, ultimamente, non stia facendo nella sua generalità a livello nazionale agli occhi degli astensionisti del voto e di quelli che ancora lo praticano come orgoglio di un diritto nella consapevolezza di non raccoglierne risultati eticamente apprezzabili.
A quanto ci è dato sapere, la classe politica della provincia BAT, che si trova nelle nostre medesime condizioni, si sta adoperando all’unisono nel disperato ed eroico intento di fare campagna acquisti di Comuni limitrofi per salvare la propria giovane indipendenza attraverso il raggiungimento del tanto sospirato numero in abitanti e superficie utile a graziarla. Intento inutile visto che non hanno più i tempi legislativi, ma che comunque stanno portando avanti probabilmente nella speranza che qualcosa accada a livello normativo o per un intervento della Corte Costituzionale.
A Brindisi no. La Provincia di Brindisi sembra un “Renzo Tramaglino” che si avvia agitato per la sua triste strada con in mano i famosi quattro capponi che, incuranti del loro destino, pensano ad azzuffarsi lungo il tragitto.
Come cittadino devo esprimere l’assoluta insofferenza su come la nostra classe politica sta affrontando il destino della nostra realtà territoriale. Non ha importanza il ruolo, non ha importanza lo schieramento e ne tanto meno i galloni gerarchici di partito di questi "capitani" della politica.
Quotidianamente è solo uno stillicidio di minacce di denunce, di accuse, di un prevalere di distingui verbali che dimostrano la immaturità della propria superficialità dando palesemente ragione a quei sindaci “scissionisti” che intendono andare verso una propria storia e abbandonare l’unità di un territorio che poteva trarre giovamento da una sua disomogeneità culturale, paesaggistica e produttiva. Un comportamento che, forse, dimostra il perché oggi ci troviamo in questa situazione e che sta scatenando una sorta di “ ognuno per se e Dio per tutti”. Come dei fratelli che si considerano nella loro unità perché “trovatisi obbligatoriamente” e che alla prima occasione raccolgono quello che possono voltano le spalle e vanno per la loro strada. Ognuna diametralmente opposta alle altre.
Nella sua storia millenaria Brindisi ha vissuto glorie e decadenze e, credo, che in questo momento storico stia vivendo una nuova fase in tal senso a causa proprio dei suoi rappresentanti che non riescono a dare un segnale di unità utile ad ottenere quel qualcosa in più che possa cucirci addosso un minimo di dignità su chi siamo e che ci consenta di ottenere quel risultato in più che una costante pessima dialettica politica fa decadere in modo deprimente. E questo a prescindere dalle recenti aperture della classe politica tarantina.
Chi mi conosce sa che impegno parte del mio tempo nel volontariato. E da volontario vivo anche le esperienze di altre persone che si adoperano con lo stesso spirito in tematiche diverse dalla mia. Se la nostra classe politica avesse un minimo di spirito costruttivo, un minimo di abnegazione come ce l’hanno i volontari che sopperiscono col loro lavoro gratuito alle indiscutibili carenze prodotte dalla cattiva gestione della politica, molte delle situazioni che stiamo vivendo oggi non si sarebbero neanche annunciate.
Se la classe politica avesse dato un segno di maturità rinunciando a trasformarsi in una carriera lavorativa, ai gettoni di presenza nelle commissioni, alle diarie e quant’altro e dimostrasse pacifica abnegazione per la gestione del bene pubblico nell’interesse della collettività forse le Provincie sarebbero rimaste intatte e oggi si penserebbe ad altro . Ma questa prospettiva non ci sarebbe mai potuta essere in quanto la lotta alla conservazione dell’Ente amministrato spesso non si riconosce nel valore dell’Ente stesso, o della comunità a cui è a servizio, ma negli interessi di rappresentanza individuale e di partito che l’Ente stesso dà.
Fabio Protopapa cittadino della Provincia di Brindisi
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