04/02/2004
E' ora di far sentire la nostra voce
Nella mattinata del 2 Febbraio ho appreso alcune dichiarazioni rilasciate dal Ministro Marzano sulla necessità di incrementare a livello nazionale la quantità di energia prodotta.
Il Ministro ha fatto sapere che questo governo ha autorizzato aumenti di erogazione di energia per 12 mila megawatt e conta di avviarne a produzione 5 mila entro la fine dell’anno.
Fin qui niente da eccepire, riguardando scelte di politica economica che ogni cittadino, secondo la propria coscienza, può condividere o meno. Appare, comunque, ovvio che il grado di condivisione di tali scelte aumenterebbe notevolmente qualora l’energia provenisse da fonti pulite, rinnovabili e che riducessero l’impatto (qualunque tipo di impatto!) con il territorio e l’ambiente.
Ma non finisce qui.
Le esternazioni del Ministro delle Attività produttive mi hanno lasciato, a dir poco, sconcertato nella parte in cui Egli, proseguendo, asserisce che ''ci sono problemi a livello locale. Tutti vogliono energia a basso costo ma nessuno vuole le centrali''.
Anche se espresse in riferimento all’intera nazione, queste affermazioni rappresentano un ulteriore colpo basso per la provincia brindisina. Fanno male. Sono un pugno nell’occhio di una società che subisce da tempo le enormi distorsioni derivanti da un alto tasso di produzione energetico e per la quale si è stabilito l’aggravio della situazione.
Non si può pensare che il Ministro della Repubblica che si occupa di energia non conosca la situazione brindisina; non è ammissibile che Marzano non sappia che nel profondo Sud, a Brindisi, abbiamo le centrali e che mai nessun privato cittadino (nè imprese – a quanto mi risulta-) ha ottenuto in cambio alcun privilegio, nè un risparmio in bolletta nè altro.
Anzi.
Come non ricordare, al Ministro in primis, ciò che è accaduto nella giornata dello storico black-out? Brindisi è stata una delle ultime città in cui l’elettricità è stata ripristinata. Anche in quell’occasione noi cittadini brindisini abbiamo pagato dazio alla circostanza di possedere centrali sul nostro territorio. Altro che privilegi…
Come rimanere silenti davanti a queste ultime dissennate “uscite”?
Come non considerarle un oltraggio alla società brindisina?
Come non ritenerle, ancora una volta, il frutto della scarsa considerazione di cui gode il nostro territorio?
Ma può un Ministro della Repubblica bollare le sacrosante istanze di una società come un banale “problema a livello locale” consistente nel reclamare privilegi senza volere le centrali?.
Certo che non può. Soprattutto se le sue parole vengono valutate alla luce di una realtà dove le centrali ci sono e dove la gente non aspetta altro che si tuteli il diritto alla salute, diritto sacrosanto e garantito costituzionalmente.
In un Paese normale, un Ministro che rilascia certe dichiarazioni dovrebbe dimettersi il giorno stesso.
Ma, a ben vedere, anche Brindisi, se fosse un paese normale, avrebbe preceduto Scanzano di almeno 10 anni.
Mi auguro che siano maturi i tempi in cui, uniti, si possa davvero far sentire la voce di un territorio che, è il meno che si possa dire, manca di tutela e considerazione ad alti livelli.
Oreste Pinto
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