16/09/2003

La Storia dell'Ercole Brindisino


Fra pochi mesi, dopo una lunga attesa e incredibili lungaggini burocratiche, giungerà a Brindisi la statua dell'Ercole Brindisino depositata da anni in uno scantinato del museo di Napoli.
Ripercorriamo attraverso un'intervento di Caprioli e Schifeo (ai quali va dato il merito dell'indefesso impegno per riportare l'opera nella nostra città) la storia della statua.
Prossimamente affronteremo su Brundisium.net gli sforzi attuati per il ritorno dell'Ercole.


Il 7 Ottobre 1762 nella città di Brindisi fu ritrovata negli scavi antistanti la trecentesca chiesa di S.Paolo una statua marmorea raffigurante un Ercole giovinetto, che tiene nella mano destra i pomi d’oro delle Esperidi(tolti dall’albero, custodito dal drago Ladone nel giardino della Mauritania) e stringe con la sinistra un arco spezzato, dietro il quale pende la pelle del leone Nemea. Questa statua, che fù denominata dai nostri concittadini L’ERCOLE BRINDISINO si può certamente considerare inedita.
L’anno del ritrovamento della statua coincide con l’anno in cui Ferdinando IV di Borbone, continuando ad incrementare opere d’arte e collezioni già messe insieme da Carlo di Borbone nel 1738, inviava, in quello che doveva divenire il più ricco museo dell’Italia meridionale e cioè il museo di Napoli, buona parte del materiale archeologico rinvenuto nel regno stesso; la statua di Ercole che lì trovasi tuttora seguì la stessa sorte.
Monsignor Annibale DE LEO eruditissimo Arcivescovo di Brindisi, nonché studioso della storia della città, attraverso i suoi scritti ci informa che all’epoca del regio decreto di trasferimento della statua per Napoli, il Magistrato Brindisino per non perderne la memoria, né fece fare un ritratto in tela che fù collocato nella Curia dei Nobili con la seguente iscrizione in latino:” HERCULIS DEFENSORIS BRENTI HEROIS BRUNDI DENOMINAT PII PATRIS SIMULACRUM E CANDIDO MARMORE IN DIVI PAULLI AREA AUGG AUGUSTAR ARGENTI NUMMOR UNA CUM INGENTI COPIA FORTE EFFOSSUM NON OCTOBRIS A S MDCCLXII OB EJUS ELEGANTIAM FERD IV P F REG IUSSU NEAP ASPORTATUM SUOQUE MUSAEO POSITUM ORDO P Q B SERVANDI PATRIAE PRAECLARISSIS VETUST MONUM.
PENICILLO EXEMPLATUM IN CURIA COLLOCARI PUBLICE DECREVIT.
(Tradotto è:” Il simulacro in candido marmo del protettore Ercole, pio genitore dell’eroe Brento che dette il nome alla città di Brindisi, a caso, venuto alla luce il 7 ottobre 1762, nel largo S.Paolo, unitamente a un gran numero di monete d’argento di Augusti e Auguste, fù, per ordine di Ferdinando IV felicemente regnante, trasferito a Napoli e collocato nel suo museo. Il decurionato e il popolo di Brindisi, per conservare il ricordo del monumento pregevolissimo per vetustà decretarono che fosse riprodotto pittoricamente su tela ed esposto al pubblico nella sala del parlamento cittadini”.
Attualmente la sopraccitata tela è esposta nella Biblioteca Provinciale di Brindisi.
La società Brindisina molte volte ha voluto riportare alla mente dei suoi concittadini il ricordo di questa particolare opera d’arte, il Comune di Brindisi circa 50 anni fa ha intitolato una strada del centro storico a l’Ercole Brindisino, mentre il Panathlon Club, associazione cittadina, per molti anni ha organizzato una speciale manifestazione a livello locale intitolata a l’Ercole Brindisino e che premiava lo sportivo più rappresentativo dell’anno.
A riguardo della statua marmorea che trovasi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli dobbiamo purtroppo constatare che essa non è mai stata esposta al pubblico da quando si trova nella città partenopea bensì è relegata come un pezzo di pietra negli scantinati del predetto museo. Nel 1962 la direttrice del Museo Provinciale di Brindisi, ebbe a fare una richiesta al museo di Napoli per fare in modo di riportare nella città di Brindisi questa antica statua, ma la risposta fù negativa ed il museo partenopeo ci spedì soltanto una copia in gesso che gira il mondo a rappresentare la nostra città ed è stata molte volte esposta alla B.I.T. di Milano a rappresentare la città di Brindisi.

Danilo Schifeo
Pietro Caprioli