25/09/2003
Le iniziative intraprese per riportare a Brindisi l'Ercole Brindisino
Fra pochi mesi, dopo
una lunga attesa e incredibili lungaggini burocratiche, giungerà
a Brindisi la statua dell'Ercole Brindisino depositata da
anni in uno scantinato del museo di Napoli.
Abbiamo già ripercorso la storia della statua, adesso
trattiamo attraverso un'intervento di Danilo Schifeo gli sforzi
attuati per il ritorno dell'Ercole.
Alla fine del mese di ottobre del 2000 il sottoscritto Danilo
Schifeo unitamente al Consigliere Circoscrizionale Pietro
Caprioli, transitando casualmente da una via nei pressi di
piazza S.Teresa, leggemmo l’intitolazione della predetta
strada a “L’ERCOLE BRINDISINO” dapprima
non capimmo a chi si rivolgesse tale intitolazione ma subito
ci mettemmo a lavoro facendo delle ricerche in proposito.
Il 3 Novembre 2000 inviammo una lettera al Ministro per i
Beni Culturali On. Giovanna Melandri senza avere mai avuto
risposta; il 20 Novembre 2001 il Sen. Giuseppe Specchia su
nostra richiesta presenta una interrogazione parlamentare
al Ministro per i Beni Culturali On. Giuliano Urbani per chiedere
la restituzione della statua marmorea, la risposta del Ministro
arriverà nel dicembre del 2002 è sarà
negativa in quanto la Sopraintendenza di Napoli e Caserta
contesta il fatto che non esistano le prove che la statua
di un “Ercole giovinetto” sia stata rinvenuta
a Brindisi in quanto non esistono relazioni di scavo in merito;
da notare come nel ‘700 non si usasse fare relazioni
di scavo, capimmo subito che le risposte dei funzionari partenopei
erano pretestuose. Nel dicembre del 2002 anche il Sen. Euprepio
Curto presenta una interrogazione analoga a quella di Specchia.
Nel dicembre del 2002 decidemmo di dare una svolta e di rendere
ancor più incisiva quello che oramai era diventato
un braccio di ferro tra i sottoscritti e la “potente”
Sopraintendenza di Napoli; chiedemmo a Massimiliano Oggiano
di presentare in Consiglio Comunale e in quello Provinciale
un ordine del giorno in cui si chiedeva ai due Consigli, al
Sindaco di Brindisi Antonino e al Presidente della Provincia
Frugis, di fare pressioni presso il Ministero competente,
ma nonostante gli interventi degli Enti locali la Sopraintendenza
di Napoli non cedeva anzi con dichiarazioni del Sopraintendente
Stefano De Caro al Corriere del Mezzogiorno ribadiva “che
la statua non si muove da Napoli”.
L’ostinazione del museo di Napoli deriva dal fatto che
secondo la tradizione del museo di Ercolano si vuole che la
statua in questione sia stata la prima ad essere stata rinvenuta
durante gli scavi, ma di ciò a nostro parere non esistono
prove. Sempre nel dicembre 2002 unitamente al Consigliere
Nicola Di Donna ci recammo a Roma presso il Ministero per
i Beni Culturali per spingere con più forza la nostra
richiesta. Incontrammo il Sottosegretario di Stato On. Nicola
Bono,ed il suo collaboratore dott. Paolo Bonaiuto, a cui raccontammo
tutti gli eventi pregressi e affidammo a lui le nostre speranze
di avere nuovamente a Brindisi la statua dell’Ercole
Brindisino.
Il Sottosegretario ci comunicò che avrebbe fatto il
possibile per accogliere la nostra richiesta che era anche
quella di tutti i brindisini, ma ci consigliò anche
di cambiare la nostra richiesta in quella di un prestito temporaneo,
in quanto ciò facendo avremmo avuto meno resistenze
da parte del museo di Napoli.
Nel gennaio 2003 ci furono nuovamente dichiarazioni del Sopraintendente
di Napoli che negava la possibilità di un trasferimento
della statua; noi decidemmo pertanto di acquisire ulteriori
prove del ritrovamento dell’Ercole, sino a quel momento
le uniche prove esistenti erano le seguenti: 1) Quella riportata
dalla tela dipinta da Ortenzio De Leo, zio di Annibale Arcivescovo
di Brindisi ed esposta nella Biblioteca Provinciale; 2) Gli
scritti di Pasquale Camassa e di Ferrante Ascoli, tali scritti
entrambi della fine dell’ottocento danno per certo del
ritrovamento nei pressi della chiesa di S.Paolo della statua;
ma a noi questo non bastava, il nostro pensiero ricorrente
è sempre stato che la città, non volendo, aveva
occultato le prove di tale ritrovamento, e così è
stato poiché nel febbraio del 2003 grazie al valido
aiuto del professore Antonio Caputo e della nuova direttrice
della Biblioteca Arcivescovile Katiuscia Di Rocco fummo avvisati
che nel ritrovare delle lettere di Suor Albina Montenegro,
che risiedeva nel convento di S.Benedetto e S.Anna, ella in
una lettera aveva raccontato con dovizia di particolari al
Duca Guarini di Surano e Poggiardo del ritrovamento della
statua dell’Ercole Brindisino. La lettera rintracciata
portava la data del 12 ottobre 1762 e cioè 5 giorni
dopo il ritrovamento dell’Ercole, tale lettera combaciava
perfettamente con il testo di Ortenzio De Leo e degli scritti
del Camassa e di Ferrante Ascoli.
Con queste nuove prove, unitamente ad un critico esperto nella
storia dell’arte Giuseppe Lonoce, ci presentammo il
5 marzo 2003 nuovamente a Roma dal Sottosegretario On. Bono
e preceduti da insistenti telefonate del Ministro Maurizio
Gasparri che, più volte sensibilizzato da Massimiliano
Oggiano aveva preso a cuore la nostra battaglia. All’incontro
in via del Collegio Romano , oltre ai sottoscritti, al critico
d’arte, e al Sottosegretario vi era il Direttore generale
del Ministero Dott. Giuseppe Proietti che in quella fatidica
giornata firmava il nulla osta per il prestito temporaneo
della statua dell’Ercole Brindisino.
Alcuni giorni dopo, il Sopraintendente di Napoli e Caserta
Dott. Fausto ZEVI, che nel frattempo aveva sostituito Stefano
De Caro, comunicava alla Direttrice del Museo Provinciale
di Brindisi Dottoressa Angela Marinazzo ed ai sottoscritti
dell’avvenuto accoglimento della nostra richiesta.
Nel prossimo mese di ottobre nelle sale del Museo Provinciale
di Brindisi dopo ben 241 anni i Brindisini potranno nuovamente
ammirare la statua dell’Ercole Brindisino .
Danilo Schifeo
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