Approfondimenti » 07/02/2009
Faranno chiudere le nostre Caritas? Di Bruno Mitrugno
Alle recenti disposizioni approvate dal Senato della Repubblica che prevedono, tra l’altro, il reato di immigrazione clandestina, la possibilità per i medici di denunciare uomini donne e bambini che clandestini, si dovessero rivolgere al servizio sanitario e altre disposizioni all’insegna della “Cattiveria verso i clandestini”, la nostra Caritas risponde col buon cuore e con il buon cervello.
Riteniamo che la “cattiveria” verso i deboli, sia non solo foriera di sentimenti di odio nei confronti del diverso, oggi il clandestino, poi il barbone, la persona con handicap, il meridionale e così via, ma anche la strada verso la barbaria.
Stiamo perdendo il lume della ragione!
L’immigrazione non si combatte, si governa.
E’ un fenomeno che interessa milioni di persone, è cambiato e cambia continuamente lo scenario dentro il quale esso si sviluppa. Cambiano i paesi di provenienza, a secondo delle guerre in atto o delle condizioni di sottosviluppo, adesso abbiamo in aumento profughi dall’Afganistan, dall’Iraq, in questi ultimi mesi quelli provenienti dalla Somalia, dal Congo, in preda a una sanguinosa guerra che sta producendo vittime, malattie e profughi.
Si parla, di nuovo, di Tubercolosi, di Colera, di Ebola... malattie gravissime che si diffondono pericolosamente.
Quanto buon senso ci vuole per capire che se spingiamo questa gente, che è presente qui , tra noi, nei nostri paesi, i che hanno i figli che vanno a scuola con i nostri figli, se li spingiamo a diffidare del sistema sanitario, a non rivolgersi più a nostri medici per paura di essere denunciati, li spingiamo alla non cura, alla non prevenzione.
Perdere il controllo sanitario sulle malattie in atto è una cosa gravissima e di inimmaginabili conseguenze!
Io, mi Autodenuncio, sin d’ora, per l’aiuto ai fratelli stranieri con o senza "carte".
Finchè non imporranno la chiusura delle nostre sedi, da noi ci sarà sempre un piatto di minestra o un panino per tutti, senza differenza di sesso, di razza, di colore della pelle, di religione; un pantalone firmato Caritas, da rottamare, troverà sempre due gambe forse nere, nel quale infilarsi. Le brave insegnanti volontarie continueranno a fare lezioni di italiano e a prepararli per gli esami; i nostri giovani legali si preoccuperanno della tutela dei loro diritti fondamentali, i medici volontari li assisteranno.
Finchè non chiuderanno le nostre sedi, un Cuore, non una persona cattiva aprirà le porte delle Caritas a chi chiede aiuto e speranza!
Bruno Mitrugno Direttore Caritas Diocesana Brindisi-Ostuni
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