Approfondimenti » 05/11/2008
Il Barone Rosso e la gloria di Brindisi
“Mettendo ordine nella libreria paterna, per caso mi imbattei in alcuni album semivuoti di francobolli. Il primo impulso fu quello di voler riempire le caselle vuote... non mi rendevo conto di entrare in un mondo che mai avrei immaginato potesse interessarmi: la filatelia. Un hobby che è stato appannaggio di personaggi famosi e storici invadeva pian piano la mia esistenza in un escalation di interessi per approdare nel corso degli anni al settore della Aerofilatelia Italiana… Navigando su internet provai interesse verso una compagnia aerea italiana e la decisione di dedicarmi per il futuro a ricostruire filatelicamente il suo percorso storico fu il solo obiettivo del mio tempo libero… E così, mese dopo mese, nella ricerca quasi ossessiva di pezzi filatelici che fossero degni di essere presenti in una collezione specialistica, finalmente ha preso corpo una storia filatelica dell' A.E.I. che, prendendo spunto e attingendo al maestro della materia Vincent Prange, può avvalersi, con gli originali documenti dell' epoca, di un proprio fascino”.
Con queste parole il napoletano Gianfranco Piscopo, presenta la sua passione per la filatelia ed in particolare per i pezzi della compagnia aerea “Aeroespresso Italiana”, società nota anche per l’esecuzione di un efficiente servizio di recapito posta. Parte della nutrita gamma di francobolli collezionata da Piscopo, unita a scarne didascalie, rappresenta il cuore del blog “Idrovolanti sulle rotte d’oriente” visitabile all’indirizzo internet “http://www.baronerosso.skyrock.com”.
Affrontando con passione l’argomento dell’Aeroespresso Italiana, Piscopo tratta anche di Brindisi, ossia della base nazionale più importante di AEI, compagnia tra le più importanti a livello internazionale nel periodo che precede la seconda guerra mondiale.
Uno degli elementi più stimolanti suscitati dalla visione dell’interessante blog è la constatazione di come sia possibile onorare la città di Brindisi senza ricorrere a sterile retorica oppure indugiare nella banalità dei luoghi comuni.
Probabilmente è sufficiente esporre ciò che Brindisi offre e rappresenta per rendere alla città un servigio che vale più di mille parole adulatorie.
Ad esempio, nel paragrafo denominato “Brindisi – Crocevia di rotte orientali, aeree e marittime” si legge: “A prescindere dalla sua geografica posizione, che fa di questa città la sentinella continentale più avanzata sul Mediterraneo e la naturale porta d'Oriente della nostra penisola è soprattutto il porto che colpisce l' attenzione del turista così come quello dello studioso... un avvicendarsi di navi di ogni fatta e di ogni dimensione, di piroscafi, di velieri, di chiatte e di barche… qui fece scalo il Lloyd Triestino, che scaricava la posta ed i viaggiatori fra il nostro continente ed i paesi greco-orientali... e scivolando su queste acque presero il volo gli idrovolanti dell' A.E.I, realizzando un altro primato: il primo servizio aereo internazionale” (da Brindisi, nell’agosto 1926, con la solenne inaugurazione della linea Brindisi – Atene - Costantinopoli, prese il via la prima linea che collegava regolarmente l'Italia all'estero).
Queste poche righe costituiscono esclusivamente un condensato di dati di fatto inconfutabili. E’ innegabile, però, che essi rivelano lo straordinario fascino di un territorio dalle enormi potenzialità; di una città che, come poche altre, può esibire un passato ricco di gloria e attrattiva; un passato da cui è necessario non prescindere per cogliere proficui spunti di riflessione sui possibili scenari futuri.
Probabilmente dal lavoro e dalla passione del “non brindisino” Gianfranco Piscopo possiamo tutti imparare qualcosa. Se non altro che è sempre possibile distinguere i fatti dalle parole.
I primi appartengono a coloro che hanno saputo generare fama, progresso e sviluppo facendo leva sul rapporto tra Brindisi e l’Aeronautica e tra Brindisi ed il suo Porto. Le parole rappresentano, invece, le azioni essenziali di coloro che si limitano ad approfittare del richiamo di temi “sempre caldi” come l’aviazione o la portualità per restare sulla cresta dell’onda in assenza della capacità di produrre qualcosa di concreto.
Le parole – si sa – lasciano il tempo che trovano. La storia parla chiaro: solo i fatti sono destinati a durare.
Ore.Pi.
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