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Approfondimenti: Inchiesta: Fuga di cervelli da Brindisi (II). Di Alessia Coppola



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Approfondimenti » 29/09/2008

Inchiesta: Fuga di cervelli da Brindisi (II). Di Alessia Coppola

Di seguito la seconda parte di un'analisi condotta da Alessia Coppola sulla "fuga di cervelli" dal territorio brindisino.
La prima parte è stata pubblicata Giovedì 25 Settembre 2008. Per leggere clicca qui


Le mete presso cui si dirigono ormai quasi in massa i giovani brindisini, sono Milano, Roma, ma anche Pescara; perfino Bari purché non sia Brindisi. Per non parlare poi di Lecce che è divenuta la meta più “comoda” e scelta. Ormai tra le strade di Lecce di vedono più brindisi che leccesi!
Non viene data alcuna credibilità ai giovani. E le effettive possibilità di occupazione sono ridotte ai minimi termini. Non si crede mai a sufficienza nelle potenzialità di un giovane. Non si da credito alle sue idee, alle sue aspirazioni, al suo intelletto.
A quanto pare si ha spesso e volentieri un’immagine del tutto sbagliata di ciò che un giovane è effettivamente e rappresenta. In primo luogo un giovane è la forza promotrice della propria città, per il fatto stesso di essere “giovane”, per l’entusiasmo innato, proprio della sua età; per i suoi sogni, che nonostante stiano spegnendosi, possono ancora rappresentare uno spiraglio, come fiammelle nel buio. E ancora per la volontà di cambiare se stessi e il mondo attorno.

Facendo un giro per la città, ho raccolto le opinioni e le esperienze di quanti abbiano avuto la pazienza di ascoltarmi. Sono persino entrata in una scuola, un liceo per l’esattezza.
Ho scelto la IV B del Liceo Artistico “Edgardo Simone”. Chi meglio di una mente creativa può esprimere il disagio di non essere apprezzata dalla società? L’immagine che purtroppo si ha del giovane (soprattutto del giovane artista), è del tutto stereotipata; come se fosse mai possibile essere fatti tutti allo stesso modo?! Secondo la nostra società un giovane è superficiale, irresponsabile, disattento alle problematiche sociali e soprattutto inaffidabile. Ma non è affatto così. Certo, ci sono quegli esempi che fomentano questa falsa credibilità, come recenti avvenimenti che gettano l’opinione della gioventù, nel fango e nel disonore. Come gli atti di vandalismo, ripresi con il cellulare dai soliti teppisti senza orgoglio e umanità, e fatti rimbalzare in rete come palline da ping pong . Oppure come quei filmati di giovani che pur di garantirsi un guardaroba da “urlo”, a passo con la moda del momento, vendono la propria immagine, avvilendola. Ma c’è ben altro…
Io li ho ascoltati, sono loro a condurmi nel loro mondo e a mostrarmi il loro punto di vista. L’impressione che ho avuto è quella una gioventù con grande carica emotiva, voglia di cambiare le cose, di affermarsi e soprattutto di essere riconosciuti dalla società. Sono informati su ciò che accade a Brindisi, sulle problematiche della collettiva, sulle vicende politiche, su tutto ciò che non può certo essere ritenuto superficiale.
Sono indignati per ciò che dice la gente riguardo all’aspetto esteriore di alcuni di essi. E allora? Ognuno ha il diritto di esprimere se stesso, in qualunque modo voglia, senza offendere la libertà altrui. E non mi sembra che un colore o un taglio di capelli possa fare una persona o possa offenderne un’altra.
I giovani sono come libri, sta a noi riuscire a trovare la chiave giusta per leggerli come meritano di essere letti.
Sentono il bisogno di esprimersi, ma questo loro desiderio, viene continuamente disatteso. Una giovane mente può essere molto più utile al servizio del bene comune, rispetto a qualcun altro che già la sua possibilità l’ha avuta e l’ha sprecata.
Nel campo artistico ad esempio, non viene dato alcuno spazio.
Non ci sono concorsi di pittura o grafica, fotografia o scultura, che dir si voglia; o se ci sono, sono sporadici e sono da accreditarsi a quei pochi organizzatori che ancora credono nelle potenzialità dei ragazzi. Una di queste associazioni, è “Espressione Libera”, non un’ associazione, ma una famiglia, che accoglie tutti coloro che abbiano voglia di esprimersi nel modo più congeniale. E allora eccoli spaziare dalla pittura, alla grafica, dalla fotografia al writing.
Diversamente, non c’è nulla che possa stimolare la creatività e l’entusiasmo in un giovane per questa città. Un brindisino detesta profondamente Brindisi, perchè? Un giovane deve sentirsi fiero della propria città, supportato e seguito. Invece lo si lascia andare. E quelli che vi rimangono, non faranno certo la differenza, perché ormai sfiduciati, consapevoli che là fuori nessuno si muoverà per dire “io credo in te!”. Hanno bisogno di sentirselo dire e soprattutto di sapere che davvero qualcuno crede in loro.
Il desiderio comune è quello di poter ottenere uno spazio che sia solo loro, come mi suggerisce Luca P. 17 anni. Che sia un edificio in disuso o una delle stanze di Palazzo Nervegna, non importa. I giovani vogliono esprimersi, confrontarsi, mostrarsi per ciò che sono. Anche se qualcosa sta cominciando a muoversi, non è abbastanza…

I giovani avvertono il bisogno di affermare la propria identità e vogliono farlo mostrandosi. Le loro idee sono tanto meravigliose, se si pensa al prestigio che la città stessa ne ricaverebbe sviluppandole. La “Notte Bianca” ci suggeriscono Rita L. 17 anni e Francesco D. 16 anni. E perché no? A Lecce e Ostuni c’è già, perché non si potrebbe fare lo stesso a Brindisi? Oppure si potrebbe indire un giorno al mese; magari l’ultima domenica, in cui i ragazzi possano dar sfogo ai propri slanci creativi.
Basta concedere loro degli spazi espositivi e un punto di ritrovo. I ragazzi avrebbero raggiunto il loro obbiettivo, mostrarsi per ciò che sono e il pubblico avrebbe la possibilità di assistere alla vera vitalità della città. Corso Umberto ad esempio, potrebbe essere adornato dalle istallazioni artistiche dei nostri ragazzi. Come anche Piazza Lenio Flacco o per il lungomare, potrebbe vedersi qualcosa di simile. I luoghi ci sono e ad esserci sono anche i giovani, pronti a mettersi in gioco. Vi immaginate…la città diverrebbe un museo all’aperto!

In ogni campo, tutti i giovani di talento che si siano allontanati da Brindisi, ora sono “grandi” altrove. Citiamo ad esempio Giuseppe Gabellone, scultore che riscuote consensi in tutta Italia e non solo. I fratelli Magrì, che lavorano per il cinema. Vincenzo Balsamo, eccelso pittore che tuttora viene conteso dalle gallerie di tutto il mondo e che a Roma ha trovato la sua America. E a suo tempo, l’attore non più fra noi, Giustino Durano.
I giovani vogliono sperare, e allo stesso modo vogliono certezze; vogliono ciò che qui non ottengono mai. Vi sembra forse giusto?

Il problema è che l’identità di questa città non è ancora ben definita, come ci dice il docente M.L. Brindisi non ha ancora una mentalità proiettata al futuro, non “metropolitana” , ma “paesana”, come suggerisce questo insegnante, il quale confessa anche egli la difficoltà nell’avere i propri figli lontani. Brindisi dovrebbe essere sviluppata e “sfruttata” nei settori in cui potrebbe dare di più, come quello agricolo e turistico.
Dovremmo essere la città della Puglia meta per eccellenza di turisti, data la bellezza della nostra costa e invece!? Perché non rendere la città più allettante e fruibile per coloro che vi vivono e per coloro che la visitano. Con l’aiuto e l’aggregazione di giovani questo è possibile. Sarebbe così sbagliato concedere ad un giovane una sola possibilità? Troppa gioventù si sta buttando via e con essa la sua volontà. La città si sta svuotando. Ormai per strada di scorgono solo volti di gente pieni di rimpianti, anziani, bambini e adolescenti poco più che tredicenni, troppo”piccoli” per avere la consapevolezza di pensare al futuro.

Brindisi avrebbe tanto da offrire, ma rimane cinta da barriere che difficilmente si riesce ad abbattere. Un ragazzo ha detto «Brindisi è solo una gabbia e io devo volare via». Perché si deve avere questo concetto della propria città? Non ci sono ragioni per cui non si possa cambiare direzione e le cose comincino a girare diversamente, eppure siamo sempre qui a chiederci se domani sarà un posto per noi. L’unica, è davvero affidarsi di più ai giovani che tanto hanno da insegnare a questa società e non lasciare che i nostri migliori “cervelli” fuggano, ad esclusivo appannaggio di città già sviluppate, che non faranno altro che appropriarsi dell’esclusività e della freschezza delle nostre menti.

Alessia Coppola
www.artealessia.com


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