Approfondimenti » 14/09/2008
L'impegno dei Cattolici in politica. Di Sonia Rubini
Cosa significa impegnarsi in politica oggi? E quali possono essere i valori, gli ideali, le aspettative per ridare un senso comune e condiviso all’impegno in politica da parte dei cittadini e, in particolare, dei giovani?
Sono le domande che mi sono posta nei giorni scorsi appena letta l’esortazione di Papa Benedetto XVI rivolta ai cattolici ad impegnarsi in politica, con questo suo appello al “formarsi di una nuova generazione di laici, capaci di rinnovare il mondo dell’economia e della politica con competenza e rigore morale...”.
Quale autorevole incitazione, dopo tanti mesi in cui si è sentito parlare solo di “antipolitica”, definizione banale per individuare tutto ciò che è contro la Politica, vista solo come forma organizzata di potere, parola che rivela tutta la fragilità in cui versa oggi la vita politica nel nostro paese, troppo spesso sintesi di una opinione diffusa e di un comune sentire, per cui coloro che se ne occupano “sono tutti uguali, pensano solo agli affari loro” che troppo spesso non coincidono con “gli affari di tutti”, della comunità!
Dopo le volgarità e il qualunquismo delle piazze grilline, che hanno rappresentato per mesi la disaffezione alla politica, quella politica che dovrebbe essere vissuta, invece, come momento di comunione e di servizio alla comunità, ebbene proprio da Benedetto XVI arriva l’esortazione “ad esserci”, forse proprio perchè è ormai evidente che tra la gente si va diffondendo una sfiducia generalizzata nei confronti dell’attività politica di chi governa il paese piuttosto che le amministrazioni locali.
E allora raccolgo questo appello, questa sfida oserei dire!
Impegnarsi in politica sì, ma per dar vita ad una nuova sensibilità, per poter credere ancora che sia utile sviluppare nuove idee per dar voce alle esigenze dei più deboli, di coloro la cui voce fa fatica a farsi sentire, per tornare a credere di nuovo che “fare politica” sia lavorare per il Bene comune, come ho imparato sui banchi di scuola, studiando i classici greci e latini, dove non esistevano i personalismi, dove l’idea alta della ragione politica non era ritenuta “sporca” né al servizio degli “affari” di pochi!
Sento forte oggi, dunque, la necessità di contribuire anch’io semplicemente con la mia esperienza, la mia voglia di fare, a sviluppare e a diffondere una cultura “sociale” del fare politica e mi entusiasma l’idea, io cattolica e praticante, che proprio dalla Chiesa arrivi lo stimolo, la richiesta a “dedicarsi” alla vita politica, dopo che qualche volta dubbi e tentennamenti hanno turbato la mia militanza dal Partito Popolare prima al Partito Democratico oggi.
E mi piace, soprattutto, l’idea di una esortazione del Papa a questo impegno, anche perchè non ho alcun timore di ritrovarmi in una società in cui la Chiesa rischi di diventare “condizionante” o “invadente” nelle scelte di un Paese laico, dalle istituzioni democratiche salde nella loro sovranità ed autonomia.
Credo sia giunto il tempo di un rinnovato impegno dei cattolici in politica, di chi come me vive quotidianamente i valori cristiani, attraverso una testimonianza diretta, attenta ai valori su cui deve fondarsi la vita sociale di un Paese moderno e dalle crescenti complessità sociali qual è l’Italia: la vita, la famiglia, la solidarietà, la sicurezza, ma anche il lavoro o l’ambiente.
Ed, allora, dobbiamo tornare ad occuparci delle piccole cose di tutti i giorni, quelle cose che cambiano la vita delle persone, che la rendono migliore o che procurano sofferenza.
E’ la Politica che governa della cosa pubblica, infatti, che deve dare risposte coerenti con tali valori e tali ispirazioni: nelle politiche sociali avvicinando i servizi a chi ha più bisogno e non trova spazi adeguati, a causa delle logiche di mercato che sembrano prevalere anche nel nostro paese; nella organizzazione della sanità o della scuola pubblica, funzioni essenziali da garantire a tutti, indistintamente, dal reddito, dalla residenza o dalla religione; nell’aiutare e sostenere le famiglie, quelle già formate e quelle che verranno, che devono poter contare sul diritto alla casa e al lavoro, che troppo spesso, invece, si identifica con il precariato.
E mi piace pensare che questo appello sia rivolto soprattutto alle donne, che sono ancora troppo distaccate dall’impegno politico: proprio il coinvolgimento delle donne è stato uno dei tratti più significativi ed originali della nascita del Partito Democratico. Le donne portatrici di un nuovo modo di pensare, di una sensibilità diversa, di un senso di responsabilità forte verso la vita, il futuro, i figli, per i quali ancora si crede che possa esserci un mondo migliore …anche se il presente promette poco di buono…ma che non rinunciano alla speranza!
Non più lamentarsi, quindi, ma esserci! Anche per i cattolici, con il loro straordinario bagaglio di valori e di solidarietà. Ritornare a parlare di Politica, ritrovando la fiducia, la voglia di combattere, rinnovando un modello culturale, ripartendo da etica e formazione, pilastri di una società ormai lontana, ritrovare il senso della realtà attraverso la condivisone di antichi principi: la giustizia, la libertà, l’uguaglianza.
Torniamo a ad essere “Liberi e Forti”, come ci ha insegnato Don Sturzo: liberi nelle scelte quotidiane e forti nei valori, nei sentimenti, negli ideali.
Sonia Rubini
Componente Assemblea Provinciale PD
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