Approfondimenti » 21/07/2008
San Lorenzo da Brindisi. Di Marco Martinese
Ci sono figure che più di altre colpiscono per lo spessore della persona e che lasciano un segno indelebile nelle generazioni seguenti.
Il 21 Luglio si ricorda, nel nostro calendario, una di queste figure… probabilmente quella a cui spetta il posto d’onore: San Lorenzo da Brindisi.
Ma, come purtroppo spesso accade con molti nostri concittadini illustri, pochi sono i brindisini che posson vantare una conoscenza quantomeno discreta del famoso frate Cappuccino.
Cercheremo allora, brevemente, di raccontarne la figura.
Giulio Cesare Russo, canonizzato col nome di San Lorenzo da Brindisi, nacque nella nostra città il 22 Luglio 1559. Frequentò le scuole esterne presso i Conventuali di San Paolo; ignoti sono i motivi che lo spinsero tra il 1565 e il 1567, dopo la morte del padre Guglielmo, a prender l’abito di quell’ordine. Probabilmente, considerando la frequenza della scuola esterna, l’età del giovane doveva aggirarsi intorno agli otto anni. Era diffuso allora l’uso di accogliere nei monasteri i “pueri oblati”. I Minori Conventuali, in un capitolo tenuto a Terni nel 1500, avevano deciso di non accettare candidati di età inferiore ai quattordici anni, ma le eccezioni consentivano di vanificare talvolta la regola.
Rientrava nell’uso dei Conventuali far predicare i fanciulli in determinate solennità, e, neanche a dirlo, il piccolo Giulio Cesare si mise subito in evidenza, ed in tal senso va inteso il biografo Angelo Maria dè Rossi da Voltaggio quando dice : “..incominciò quasi subito a farne esperienza col dargli ad apprendere, e recitar sermoncini divoti, nel quale esercizio riusciva di così rari talenti, che in età di cinque in sei anni fu spesse volte ammesso, o cortesemente chiamato a formalmente predicare nel pulpito di quell’insigne metropolitana, dove concorreva a gara a udirlo quasi tutto intero quel popolo, invitato a suono di campana, come suole praticarsi per ogni più insigne predicatore. Ed invero havea ragione quella città di farne grande stima, perché attesi gli affetti, le lagrime, i sospiri, esagerazioni, consigli, riprensioni, minacce, che gli si vedevano uscire più dal cuore, che dalla lingua, non si potea dubitare, che per lui non parlasse lo Spirito Santo…”
Il futuro santo, orfano sia di padre che di madre, si trovò in difficoltà economiche, ed è in tali circostanze, privo di sostegni e solidarietà, che maturò, intorno al 1573, il proposito di trasferirsi a Venezia.
Sotto qualsivoglia aspetto si guardi la sua multiforme attività, il Cappuccino di Brindisi si rivela un astro di prima grandezza. Religioso, filosofo, teologo, studioso, diplomatico…della grandezza di Lorenzo da Brindisi ci parlano le importanti missioni diplomatiche, a lui affidate da Pontefici e Principi, portate felicemente a termine, le avvincenti predicazioni nei maggiori centri d’Italia e d’Europa e soprattutto la conoscenza di ben 14 lingue, di cui si servì per evangelizzare le genti.
La sua “OPERA OMNIA”, che si compone di 13 grossi volumi, curata e pubblicata dai Padri Cappuccini della provincia veneta, scopre la vastità culturale del portentoso brindisino che, grazie alla ricchezza di doti di cui Dio lo aveva dotato, poteva dichiarare(pensate..) di essere in grado, se per un qualunque incidente, la Bibbia fosse andata distrutta, di saperla riscrivere tutta intera dalla prima all’ultima parola in lingua ebraica...
Mariano fino al midollo, Lorenzo da Brindisi attribuiva alla sua intercessione e protezione i tanti e tali doni ricevuti da Dio.
Ed è per questo suo amore alla Madonna che volle fosse edificata a Brindisi, la Chiesa sorta sull’area della sua casa natale, a lei dedicata…uno dei più bei templi della città : Santa Maria degli Angeli.
Il sublime cantore di Maria, realizza col suo “Mariale” un vero poema in 84 canti.
La sua vita non certamente lunga (muore il 22 Luglio 1619), fu talmente densa di opere ed avvenimenti da sbalordire chi si accingesse a seguirlo nella sua portentosa attività di apostolo, oratore, scrittore, diplomatico, sociologo.
L’iconografia più diffusa, però, è certamente quella che lo presenta addirittura sul campo di battaglia armato della croce, teso a incoraggiare e spingere le armate cristiane a resistere agli assalti dei nemici di Cristo, i Turchi, che approfittando delle contese religiose suscitate nel sec. XVI, dal Protestantesimo, irruppero nelle valli di Ungheria.
Perfino il Grandi, rinomato pittore dell’800, affascinato da quell’episodio raro, se non unico, ci presenta in una magnifica pala della pinacoteca vaticana, il Santo Cappuccino che, alla testa dell’armata imperiale ungherese, stringendo in pugno la croce, atterrisce i nemici di Cristo.
La vittoria, della quale Lorenzo era stato divino profeta, arrise alle forze cristiane e ad Albareale, si ripeteva, dopo 30 anni, il miracolo del 1571 a Lepanto.
Indipendentemente dal pensiero di ognuno, del credente come dell’ateo, non si può non restar colpiti dalla sua figura, da ciò che la fede di un uomo può realizzare, e quando parlo di fede non mi riferisco, perciò, prettamente alla fede religiosa, ma alla fede come credenza ferrea, inscalfibile, in principi.
Un tale ingegno acuto dovrebbe senza dubbio esser caro ai brindisini, non solo per la bella chiesa di Santa Maria degli Angeli del 1609, le reliquie e i ricordi in essa custoditi, ma anche per i preziosi documenti custoditi presso la nostra biblioteca pubblica arcivescovile “Annibale De Leo”.
I suoi anni, infatti,-dal 1559 al 1619- risultano di una fecondità unica.
Lorenzo da Brindisi è stato proclamato il 19 Marzo 1959, da Papa Giovanni XXIII : “Dottore della Chiesa Universale”.
Dott. Marco Martinese
|