Approfondimenti » 24/04/2008
Tra Tornesello e Bresolin. Di Pino De Luca
Quando si legge, il più delle volte, capita di avere la sensazione di aver perso tempo. Ultimamente, invece, mi è capitato di prendere due diretti, alla bocca dello stomaco, ben assestati. Di quelli dolorosi ma che fanno tanto bene.
Diciotto di aprile, su un portale brindisino compare uno scritto di Dario Bresolin, un urlo tremendo venato da pessimismo siderale verso la sua città. “Come si fa a dire “io amo Brindisi”? Che tipo di feticismo è?” Rappresenta bene l’intera incazzatura di Bresolin.
Venti di Aprile, Quotidiano di Brindisi, Rosario Tornesello, con meno enfasi e maggiore pragmatismo ma con altrettanto dolore lancia una sollecitazione: tra meno di due mesi Joseph Ratzinger, bavarese di Marktl am Inn nel distretto di Altötting, assurto al soglio pontificio con il nome di Benedetto XVI sarà a Brindisi, possibile che tutto questo non riesca a smuovere un accenno di dibattito nella città? Possibile il miracolo della visita del pontefice si risolva con l’appalto di qualche milione per le opere, con l’assunzione di saltimbanchi, ballerine, mangiafuoco e con la corsa alla raccomandazione per la vetrina televisiva?
Lasciare sole queste voci sarebbe un crimine, un crimine che ben conosco e al quale però non mi sono mai rassegnato. Mi permetto, spero degnamente, di aggiungere la mia voce a quella di Bresolin e di Tornesello.
Vorrei compiere lo sforzo nel verso del rischiarare, almeno un po’, il buio che deriva da queste due rasoiate in forma di prosa.
La città di Brindisi, ma anche la provincia, hanno dei grandissimi problemi. È innegabile. Ma è altrettanto vero che sono decenni che si vive nella drammatizzazione di questi problemi, reiterando classi dirigenti derivate più dalla bravura con la quale li sanno evidenziare che dalla proposizione e impegno per risolverli. Classi dirigenti emerse più dalla necessità di soddisfare bisogni, magari angusti, che di produrre desideri. Decenni di questo trattamento hanno lasciato terreni brulli, incolti e la disperazione del deserto. Un territorio incapace di ri-pensarsi dice Tornesello, ma, aggiungo, spesso solo capace di flettersi e di ri-flettersi continuamente alle voglie del potente di turno.
Eppure, in questo quadro desolante, i semi della rinascita e dello sviluppo esistono e sono fecondi.
Un fatto mi provo a raccontare. Qualche settimana fa con il mio amico Roberto, abbiamo festeggiato il successo sportivo di un gruppo di ragazze e ragazzii. Una cosa semplice per sport semplice, una pizza e, per esagerare, abbiamo pensato di offrire un gelato. Sul bel corso Umberto, tra Piazza Cairoli e Piazza Vittoria, a parte i nostri ragazzi non c’era anima viva. Roberto, che ama Brindisi, con grande mestizia mi fa notare: “non sono nemmeno le undici e il corso è deserto”. Ma gelato doveva essere, il bar Olimpia stava per chiudere, abbiamo chiesto permesso, con grande senso dell’accoglienza ha riacceso le luci e ci ha permettesso di regalare ai nostri l’agognato gelato. L’accoglienza Brindisina è un gran merito, e anche la memoria: il gestore del bar ha riconosciuto Roberto che è stato anche suo maestro di nuoto, nulla di strano direte, già ma era successo trent’anni prima. Accoglienza e memoria del bene a brindisi hanno cittadinanza.
Non basta direte giustamente, alla poesia del memento si deve accompagnare la prosa della proposta.
Non mi sottraggo. Potrei richiamare, e chissà se non lo farò in seguito, i mille e uno contributi, anche ufficiali che ho provato a dare, quando mi sono stati chiesti, ne è stata fatta apprpriazione indebita nei casi migliori e carta straccia di solito. Ma oggi è giorno di Brindisini e ad essi voglio dare spazio.
Da diversi anni, in special modo nelle calde sere estive, cogliamo l’occasione per frequentare una pizzeria di Brindisi, il Windsurf. Quando si frequenta spesso un locale capita che nascano simpatie e che il rapporto con il gestore e il personale diventi un po’ più confidenziale. Chi ha avuto il privilegio di conoscere il Maresciallo sa quanto fosse grande la sua carica umana e come fosse facile e delizioso scambiare con lui qualche battuta. Con il Maresciallo avemmo una piccola discussione: lui si lamentava della chiusura del lungomare al traffico e io invece mi godevo il brusio soffuso delle voci in piacevole conversazione, il profumo e il gusto della frittura di paranza, la splendida vista del mare nero screziato dalle luci riflesse. Lui sosteneva che perdeva clienti (e sicuramente era vero) e io sostenevo che si stava molto meglio (e, credetemi, è vero).
Due esigenze legittime e contrastanti che potevano e possono essere composte, ieri nell’idea del Maresciallo (“intra mare no passanu machine”) oggi, de facto, nella piattaforma papale.
E nella proposta si affastellano i se. Se un’area del porto fosse riervata a locali sul mare accesibili per passerella, se ci fossero i battelli attrezzati come i bateau mouche in giro fra i seni del porto, se Brindisi si dotasse di una attrezzatura per turismo da convegnistica, magari scientifica e artistica visto che c’è l’università, la ricerca, il teatro e che anche la sanità si presenta con punte di eccellenza. Se brindisi magari si dotasse di un idroscalo da diporto vista la concomitanza geografica di strutture portuali e aeroportuali. Se Brindisi diventasse finalmente il capoluogo di una provincia che in essa si riconosce e impara ad amarla, senza feticismi ma con tanta passione, se si ripartisse dalle luci e dalle ombre che “i Personaggi Brindisini” illustrati da Lionello Maci hanno lasciato nel tempo e si immaginasse una classe dirigente che aspira a entrare in quel novero in forma positiva piuttosto che per le cronache giudiziarie o scandalistiche, se tornasse a contare qualcosa alzare la testa e guardare lontano in piedi sul porto…..
Se magari qualcuno ha qualche altra idea, la tiri fuori, non importa se si concretizza oggi, domani o mai, ma avremo, forse, aiutato Bresolin ad amare Brindisi senza sentirsi feticista, facciamo contento Tornesello per aver innescato un dibattito scevro, per una volta, dalle solite notizie di cronaca nera e di scandali rosa, e non abbiamo scomodato il Papa per nulla.
Pino De Luca (pino_de_luca@virgilio.it)
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Su Brundisium.net:
La città che non c'è. Di Dario Bresolin
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