Approfondimenti » 20/09/2007
Considerazioni sulla vicenda della Colonna Romana. Di Angela Potì
La vicenda della colonna romana che ho seguito su Brundisium.net, mi ha colpito particolarmente e sento di dover fare delle considerazioni.
Il recupero dell’identità storica della città lo ritengo fondamentale per una crescita consapevole di un cittadino, quindi posso comprendere la ragione che abbia mosso il nostro Sindaco ad inoltrare la richiesta della restituzione della colonna.
Di contro però ritengo che il gesto che ha mosso i brindisini a donare la colonna che ora regge il loro santo faccia parte della storia di Brindisi che ha dimostrato in quell’occasione non di essere distratta o noncurante delle proprie ricchezze culturali, bensì consapevolmente riconoscente di una grazia ricevuta.
Le due colonne hanno rappresentato sicuramente un segno importante la cui interpretazione non trova tutti gli storici d’accordo, ma comunque un segno forte che lega la città al mare, ma ritengo che Brindisi debba guardare avanti concentrando l’interesse sul nuovo assetto urbanistico che vede il porto come prolungamento della città e il mare come corridoio per l’oriente che viene ben esplicitato nel progetto “Brindisi città d’acqua”.
La risposta del Sindaco di Lecce così ironica e irrispettosa la ritengo come cittadina inaccettabile nei modi e vorrei rispondere che non abbiamo bisogno di scegliere su un catalogo le bellezze della sua città perché la nostra storia è diversa , abbiamo il mare, il litorale da difendere e proteggere e la capacità di tracciare un percorso culturale in grado di raccontare anche la storia di una colonna mancante attraverso un racconto artistico/architettonico contemporaneo.
Questo naturalmente è un mio pensiero e una proposta che sento di lanciare al nostro Sindaco:
dare vita ad un opera contemporanea che racchiuda il racconto del passato e proponga l’idea futura della città così che diventi uno strumento di recupero della consapevolezza collettiva del valore storico della città e del suo possibile sviluppo.
Arch. Angela Potì
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