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Approfondimenti: "Università: la deleteria guerra tra guelfi o ghibellini". Di Paolo Lonati



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Approfondimenti » 03/02/2007

"Università: la deleteria guerra tra guelfi o ghibellini". Di Paolo Lonati

Guelfi contro ghibellini. Sarebbe giusto commentare così le divergenze di idee quasi bellicose che si stanno creando in questi mesi a Brindisi riguardo allo sviluppo della città.
Ricordiamo che storicamente i guelfi e i ghibellini sono stati rivali anche all’interno di una stessa città su diverse questioni soprattutto politiche. Ma identifichiamo questa fase storica 9 secoli fa.

Naturalmente la citazione è puntata sulle dichiarazioni e le azioni che vuole promuovere l’ex assessore regionale Marcello Rollo, esponente di Forza Italia, e brindisino di nascita.
Il politico azzurro è intenzionato a fare una guerra d’incartamenti alla Provincia di Brindisi, presieduta dal notaio Michele Errico, per via dell’ex collegio navale “Nicolò Tommaseo” per il quale Rollo è deciso ad andare sino alla Corte dei Conti.

Il piano della provincia è allettante per investimento e per ambizioni. Creare all’interno del vecchio “Tommaseo” un polo universitario che nel capoluogo è assente.
Tale progetto riuscirebbe a creare un indotto invidiabile che ad oggi nella realtà italiana non permette alcun altro investimento.
Per attivare questa procedura la Provincia ha chiesto la cessione della struttura in comodato d’uso alla Regione, proprietaria dello stabile dal 1976.

Rollo invece vuole farne una megastruttura turistica per attirare in città tutti quei turisti che a Brindisi mancano da secoli, anzi forse non sono mai esistiti per l’indirizzo economico prettamente commerciale e industriale.

Non vi torna qualcosa? Anche a noi.
L’uscita del politico brindisino ha dell’incredibile nella forma con cui è stata espressa: “E’ assurdo pensare ad un Polo universitario a Brindisi” – ha commentato Rollo.
Questa frase deve esser interpretata perché non concepiamo l’idea e le motivazioni per cui una città come la nostra non debba esser fornita di un centro accademico dove crescere, istruire e professionalizzare i dirigenti del domani, senza perderli per strada dopo le scuole superiori per arricchire altri centri, soprattutto del nord Italia, e magari cullare la chimera, perché di chimera si tratta, che i laureati brindisini possano poi far ritorno nella loro città, ad oggi morta aggiungerei, per arricchirla delle loro competenze.
Centri comunali più piccoli di Brindisi hanno istituito università e godono dei privilegi culturali e economici che ne derivano automaticamente.
Perché forse non si è a conoscenza che l’università arricchisce una città, solo tra i mercati che attiverebbe possiamo elencare quello culturale, bibliografico, immobiliare, spettacolo e intrattenimento, sportivo ed anche turistico.
L’università attiva anche negli anni centri di ricerca e sviluppo e Brindisi potrebbe godere di attività di stage, tirocini, progetti che l’arricchirebbero (pensare alla vicina e ricca Lecce che ha attivato l’unico centro di ricerca italiano di nanotecnologie ed ha un surplus di 30.000 abitanti come studenti).
Potrebbe finalmente esser il nuovo modello di sviluppo che tanto si professa. Brindisi oltretutto si sta spopolando, dati anagrafici alla mano, proprio perché c’è una ricerca differente di novità ed ambizioni che la nostra realtà non offre.

Rollo ha anche affermato: “È illegittimo da parte della Regione cedere il Tommaseo a titolo gratuito”.
La Regione, con una delibera del 28 ottobre del 1978, aveva dato in comodato d’uso il “Tommaseo” al Comune di Brindisi per accogliere alcune famiglie bisognose, non capiamo il motivo perché non possa ripetersi per un motivo ben più importante e che permetterebbe a Brindisi di aumentare il proprio indotto economico.
La posizione poi dell’ex assessore regionale di Forza Italia cozzerebbe con alcuni colleghi dello stesso schieramento politico di centro destra: ricordiamo infatti l’attenzione che pone il sindaco Domenico Mennitti riguardo alla cultura e lo sviluppo in tal senso che vuole dare alla città che amministra, ma anche il suo ex collega di assise regionale Michele Saccomanno che non più tardi di qualche mese fa si era auto proclamato difensore e promotore dell’università di Brindisi ed in particolare dell’istituzione nel nostro capoluogo della facoltà di Medicina, da installare nel vecchio ospedale “Di Summa” alla Commenda.

Non siamo contrari ad un tipo di sviluppo innovativo e differente rispetto all’attuale. Lontano anni luce dalle schiavitù militari e industriali a cui la città ha sempre sottostato, ma pensiamo che ad oggi è giunto il momento di programmare e progettare il futuro con intelligenza e rigore.
Creare una megastruttura senza attivare un mercato turistico sarebbe controproducente, il super Hotel resterebbe una delle tante cattedrali nel deserto della città.
Perché? Per esempio non abbiamo l’idea di che portata possa avere dopo la ristrutturazione l’aeroporto di Brindisi e quali vettori possano esser interessati al traffico passeggeri, non esiste poi ad oggi alcun tipo di turismo di massa del porto tale da prevedere una struttura del genere (non esistono navi da crociere come le Costa che attraccano nella vicina Bari o i traghetti per differenti destinazioni come nel capoluogo barese o quello di Ancona). Infine Brindisi non ha un offerta turistica diversificata.

Per una idea del genere è bene porre le basi prima di svilupparla e queste può assolutamente crearle l’università e l’istituzione di corsi pensati ad hoc. Col tempo poi si può pensare ad altri progetti congiunti.
Ma ora è importante remare tutti verso la stessa direzione per creare un concreto sviluppo della città. Le guerre fratricide sono fini a se stesse e deleterie per la comunità.

Paolo Lonati


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